PALERMO – La Sicilia chiede l’abolizione del “numero chiuso” per l’accesso ai corsi di laurea di Medicina e sanitari, abrogando le norme nazionali. Lo fa con un ddl-voto approvato questa sera dall’Assemblea siciliana, col parere favorevole dell’assessore regionale all’Istruzione.
Il disegno di legge è stato approvato con 44 voti a favore, un contrario. Il testo sarà ora trasmesso alle Camere.
L’abolizione riguarda i corsi di laurea a ciclo unico in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria, medicina veterinaria. “Il numero chiuso – si legge nella relazione al ddl-voto – ha prodotto conseguenze negative per il sistema universitario e l’intero Paese, che già presenta un numero complessivo di laureati inferiore a quello degli altri Paesi europei, con le evidenti ricadute in termini di competitività e capacità d’innovazione”.
E ancora: “In particolare, per quanto attiene all’area delle professioni mediche e sanitarie, le pesanti restrizioni hanno condotto, per un verso migliaia di studenti a iscriversi a corsi promossi da Università di altri Paesi europei, costringendo le famiglie a sostenere oneri pesanti, e peraltro determinando la costante insorgenza di contenziosi di fronte alle giurisdizioni amministrative in merito all’ammissione ai corsi”.
Inoltre, “la previsione di una selezione su scala nazionale ha comportato un’irrazionale e costosa mobilità forzata degli studenti, con oneri che ricadono sui relativi nuclei familiari”.
“Ma la conseguenza più grave e paradossale – si legge ancora – emersa in tutta la sua attualità durante l’emergenza legata alla pandemia da Covid-19, è l’acclarata carenza di figure professionali in campo medico e nell’area sanitaria in genere, generata dagli effetti di oltre 20 anni di restrizioni di accesso e dall’insufficiente dotazione di risorse per le borse di studio per le specializzazioni dei medici.