Tre Regioni vanno in area rossa: sono la provincia autonoma di Bolzano, Lombardia e Sicilia.
Da quanto si apprende dal ministero della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia, firmerà nelle prossime ore una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 17 gennaio.
Nove Regioni passano in area arancione: sono le Regioni Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. Restano in area arancione Calabria, Emilia-Romagna e Veneto.
La Campania assieme ad altre 5 regioni/PA restano in fascia gialla. Sono Sardegna, Basilicata, Toscana, Provincia Autonoma di Trento, Molise.
Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha firmato l’ordinanza con la quale con cui si recepisce il Dpcm sull’emergenza Covid-19 e la decisione adottata col ministro della Salute, Roberto Speranza. L’ordinanza sarà in vigore da domenica prossima al 31 gennaio.
Il premier Giuseppe Conte, intanto, ha firmato il nuovo dpcm con le misure per il contrasto all’emergenza Covid. Il provvedimento in vigore dal 16 gennaio conferma alcune delle restrizioni più importanti, ma introduce anche delle novità.
Permane l’obbligo del distanziamento di un metro e dell’uso della mascherina anche all’aperto, ad eccezione di chi sta svolgendo attività fisica, dei bambini sotto i 6 anni e dei disabili con particolari problematiche. Confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5 di mattina e lo stop agli spostamenti tra Regioni in entrata e in uscita fino al 15 febbraio.
I ragazzi delle scuole superiori delle Regioni gialle e arancioni torneranno a scuola lunedì 18 gennaio almeno al 50% della presenza. Nelle regioni rosse i ragazzi rimarranno a casa dalla seconda media a seguire la didattica a distanza. Tutto questo fatte salve ordinanze regionali.
Nelle giornate festive e prefestive sono chiusi i negozi all’interno di mercati, centri, gallerie e parchi commerciali, a eccezione di farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole e librerie.
Confermata la chiusura di bar e ristoranti dalle 18 alle 5 del mattino seguente, così come “dopo le ore 18 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico”, mentre è consentita fino alle 22 la ristorazione d’asporto con divieto di consumazione nelle adiacenze. Rimane “consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati”.
Gli impianti sciistici rimangono chiusi fino al 15 febbraio, mentre invece palestre, piscine e cinema fino al 5 marzo. Il servizio di apertura di musei, mostre e altri istituti e luoghi della cultura “è assicurato, dal lunedì al venerdì, con esclusione dei giorni festivi, a condizione che detti istituti e luoghi garantiscano modalità di fruizione contingentata”.
Limitazioni anche per gli incontri privati nelle Regioni in fascia gialla: “Lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata è consentito, nell’ambito del territorio comunale, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le 5 e le 22, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi”. Il trasporto pubblico locale è invece limitato al 50%.
Dal 15 febbraio sono consentite le prove selettive dei concorsi delle pubbliche amministrazioni con la partecipazione di massimo trenta candidati per ogni sessione o sede di prova, previa l’adozione di protocolli adottati dal Dipartimento della funzione pubblica e validati dal Cts. Resta la possibilità per le commissioni di procedere alla correzione delle prove scritte con collegamento da remoto.
“La zona rossa decretata per la Sicilia è certamente frutto di un’analisi approfondita dei dati epidemiologici che da alcuni giorni nell’isola non sono affatto confortanti – dice il sindaco di Catania, Salvo Pogliese -. Una decisione per certi versi attesa e che tuttavia aumenterà ancor di più il disagio di alcune categorie produttive che vanno tenute nella massima considerazione con ristori adeguati. Quanti, tecnici ed esperti sanitari, hanno optato per la zona rossa evidentemente fondano le loro ragioni su irrinunciabili questioni di tutela della salute, a cui bisogna giocoforza adeguarsi”.