Catania e molti paesi etnei si sono svegliati stamane coperti da uno strato di cenere lavica dopo la violenta e spettacolare eruzione di ieri del vulcano attivo più alto d’Europa.
L’Etna ha dato vita, per un’ora, a una fase parossistica dal cratere di Sud-Est con fontane di lava incandescente alte diverse centinaia di metri e una colata che si è riversata nella desertica Valle del Bove, raggiungendo quota 1.700 metri, lontana da centri abitati (video Giò Giusa).
L’effetto più evidente anche da Taormina, Catania e dalla costa siracusana è stato la colonna eruttiva, spiega l’Ingv-Oe di Catania, “determinata dal parossismo e carica di cenere e lapilli che si è alzata di alcuni chilometri sopra la cima del vulcano e, spinta dal vento verso sud, ha causato ricadute del materiale piroclastico sui centri abitati fino a Catania e nel Siracusano, a decine di chilometri di distanza dall’Etna”. Oggi cominceranno le pulizie delle strade e la conta dei danni a veicoli, immobili, coltivazioni.
INGV: “NESSUN COLLEGAMENTO CON TERREMOTI”. “L’episodio parossistico di ieri sull’Etna non è stato eccezionale, ce ne sono stati centinaia negli ultimi decenni: 66 del 2000 e una cinquantina circa negli anni 2011-2013”, afferma il vulcanologo dell’Ingv-Oe di Catania, Boris Behncke, sulla propria pagina Facebook. “Non è nemmeno stato il più intenso: le fontane di lava hanno magari raggiunto 500 metri di altezza sopra il cratere di Sud-Est”, spiega il ricercatore, ricordando che “il 3 dicembre 2015 i getti incandescenti della Voragine hanno raggiunto fino a 3.000 metri di altezza”.
Behncke ricorda che l’Etna è un vulcano attivo e che è quindi ovvio attendersi, “un giorno, una nuova eruzione laterale”. “Se avviene a quote alte in un settore remoto (come ieri, ndr) – sottolinea – non ci saranno problemi. Se avviene a quote basse in un settore densamente popolato, sarà un grosso problema. Ma non sarà niente di straordinario, perché l’Etna queste cose le ha sempre fatte e le farà sempre”.
Il ricercatore ribadisce anche che la fase parossistica di ieri “non ha alcun rapporto con i terremoti”. E’ vero, precisa, che siamo “in zona sismica, con alto rischio sismico, a prescindere, ma questa attività non c’entra con i terremoti: siamo in zona sismica e il rischio sismico è quello di sempre”.
FONTANAROSSA TORNA OPERATIVO. La pioggia di cenere e lapilli lavici ha interessato anche l’aeroporto internazionale di Catania, che ieri ha interrotto l’operatività. Cinque voli sono stati o cancellati o dirottati. Fontanarossa riprenderà in pieno l’attività a partire dalle 9, come deciso dall’unità di crisi dello scalo, dopo la bonifica della pista e dopo che l’Ingv ha abbassato l’allerta ‘Vona’ (Volcano Observatory Notice for Aviation) per lo spazio aereo, passato dal rosso di ieri all’arancione.
“L’aeroporto di Catania tornerà operativo a partire dalle 9, consentendo l’arrivo del volo EasyJet proveniente da Milano Malpensa”, ha confermato la Sac. Le operazioni di pulizia della pista sono andate avanti per tutta la notte con l’impiego di sei spazzatrici e di due mezzi per il supporto tecnico, oltre che di dieci unità che hanno operato incessantemente per rimuovere la grande quantità di cenere vulcanica dalla pista, dalla via di rullaggio, dai piazzali e da tutta la viabilità perimetrale.
L’IRONIA CATANESE. A margine, come testimoniano le foto sotto, c’è spazio pure per una risata. I catanesi non hanno perso l’occasione per regalarsi una battuta di spirito sfruttando la caduta di cenere e lapilli.