CATANIA – L’Etna non si ferma. L’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia comunica che dopo la conclusione dell’attività fra le 4.30 e le 5.15 di stamane sono state registrate una ventina di esplosioni molto violente da diverse bocche sul cratere di Sud Est, che hanno lanciato bombe incandescenti.
Subito dopo non è più avvenuta alcuna attività eruttiva sul cratere mentre dagli altri crateri sommitali sta continuando l’attività esplosiva osservata negli ultimi giorni.
Nelle ore successive alle fontane di lava e fino a ora, l’ampiezza media del tremore vulcanico è rimasta confinata principalmente nel livello medio. Tra le 4.20 e le 5.10 invece l’ampiezza media del segnale sismico ha subito un temporaneo e significativo incremento causato “da una serie di episodi esplosivi molto energetici che hanno generato segnali infrasonici di elevatissima ampiezza”.
Subito dopo la sorgente del tremore vulcanico si è collocata al di sotto dell’area sommitale, tra i crateri Bocca Nuova e Voragine, a una profondità compresa fra 2.700 e 2.900 metri sopra il livello del mare.
L’attività infrasonica, in questo momento, è molto debole. I risultati delle analisi di laboratorio indicano che la composizione del magma dei prodotti eruttati durante la fontana di lava del 19 febbraio è simile a quella delle fontane del 16 e 18 febbraio, e si mantiene tra le più primitive dell’attività parossistica del cratere di Sud Est degli ultimi 20 anni.
Nella notte c’era stato ancora spettacolo, con getti di lava alti 800-1.000 metri. Una colonna eruttiva si è alzata verso il cielo per diversi chilometri sopra la cima. Spettacolo che dopo l’ennesima violenta e spettacolare fase parossistica si è concluso intorno alle 2.
“Stanotte abbiamo assistito a quel che è stato certamente fra i parossismi più intensi e magnifici del cratere di Sud-Est dell’Etna – ha scritto sui social il vulcanologo Boris Behncke -. Grazie al vento molto debole la ricaduta di materiale piroclastico sarà estremamente limitata questa volta. Qualcuno sembra pensare che la colata lavica principale, in Valle del Bove, sia arrivata molto in basso, ma non è così, è arrivata là dove si sono fermate quelle dei parossismi precedenti, lontana dalle zone popolate. Perciò, per favore, niente allarmismo, non c’è pericolo”.
L’Etna in piena attività esplosiva e con la neve è stato ammirato stamane anche dalle isole Eolie. Uno spettacolo nello spettacolo. Il vulcano è chiaramente visibile a Lipari dal belvedere di Quattrocchi, dove narra la leggenda che due occhi non bastano per quanto è bello il panorama perché bisogna andare in coppia.
Le foto scattate stamane vedono in primo piano i faraglioni Petra Minalda e Petru Luongu, la grande attrazione naturalistica dove ogni anno a settembre si rinnova la cerimonia dello “sposalizio”, e sullo sfondo l’Etna imbiancato .