MASCALI (CATANIA) – I carabinieri di Mascali, coadiuvati dai colleghi di Giarre, hanno arrestato un 39enne per maltrattamenti in famiglia. La notte scorsa, intorno alle 2, una 34enne ha chiamato terrorizzata il 112 gridando all’operatore che il compagno l’aveva appena picchiata minacciandola anche di morte, di essere riuscita a sfuggirgli, aggiungendo però che l’uomo ancora in quel momento si trovava da solo in casa con i due figli piccoli di 3 e 5 anni.
I carabinieri si sono immediatamente recati sul posto trovando la poveretta in lacrime distesa sulla strada, preoccupata dell’incolumità dei due figli di 3 e 5 anni, presenti ancora nell’appartamento insieme al suo compagno, il padre dei piccoli.
Entrati nell’appartamento i militari sono stati accolti dai due bambini che, abbracciati e ristretti in un angolo, si sono aggrappati piangendo alle loro gambe dicendo “Papà è pazzo, papà è pazzo!”, mentre l’uomo, in evidente stato di ubriachezza, vedendo la donna che si faceva scudo dei carabinieri, le ha detto “Questa te la farò pagare amaramente”.
La donna in caserma ha raccontato ai militari le vessazioni psicologiche e la lista interminabile di episodi nei quali l’uomo, dedito all’uso di droghe leggere e preda dell’alcolismo, le aveva riservato negli ultimi anni e in particolare dal 2015 in poi, in concomitanza della nascita del figlio maggiore. Botte che il 39enne non ha riservato solo alla donna ma anche al suocero, quando una volta era intervenuto mentre stava picchiando sua figlia.
Nell’ultimo episodio, poi, la poveretta, uscita insieme alla sorella per una passeggiata, era stata apostrofata in maniera indicibile dall’uomo con un messaggio vocale sul telefonino, nel quale le addebitava una presunta relazione sentimentale con un altro uomo.
La 34enne, rientrata a casa, mentre si trovava sul balcone è stata sorpresa alle spalle dal compagno che le ha afferrato la testa sbattendogliela ripetutamente sulla ringhiera. Lei ha avuto la prontezza di spirito di fingersi svenuta, sfruttando quell’attimo per sfuggire al suo aggressore e chiamare i carabinieri che hanno posto fine al suo calvario.
Il 39enne è stato associato al carcere di Piazza Armerina.