“L’ipotesi di una variante africana sul paziente positivo rientrato in Sicilia è stata esclusa”. A dichiararlo è l’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza.
“A tale conclusione – aggiunge – sono giunti gli esperti del laboratorio regionale di riferimento dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia, che hanno ultimato, dopo alcuni giorni, i procedimenti di sequenziamento sulla ricerca del gene S sui campioni prelevati da un paziente affetto da infezione da Covid. Sul soggetto, proveniente da uno stato dell’Africa centrale, è stato infatti evidenziato il virus Sars-Cov2, altrimenti noto come coronavirus. Ringrazio tutti per il lavoro svolto”.
Per quanto riguarda i 4 casi di variante inglese segnalati dall’ospedale Garibaldi di Catania, secondo Letizia Di Liberti (direttore del Dipartimento attività sanitarie e osservatorio dell’assessorato regionale alla salute) “ci sono alcuni referti anomali, il che non significa che è già stata certificata. I tamponi vanno sequenziati nei laboratori autorizzati dalla Regione siciliana e per avere conferma del ceppo diverso servono dai tre ai quattro giorni”.
Le quattro persone sono ricoverate al Garibaldi Nesima; il sequenziamento dei tamponi, effettuato nel laboratorio del Policlinico di Catania, ha dato esito positivo di variante inglese. Variante che sarebbe più contagiosa, ma non più grave rispetto al ceppo già conosciuto e studiato in Italia.
Per Antonio Cascio, direttore dell’Unità operativa di malattie infettive a Palermo “la strategia immediata da adottare è l’inoculazione del vaccino a tutti nel più breve tempo possibile; sappiamo per esempio che nella variante sudafricana il vaccino AstraZeneca funziona meno, ma dobbiamo evitare di pensare che si possono avere preferenze nei vaccini. Ora dobbiamo vaccinarci tutti e presto”.