ROMA – I bambini obesi sono più vulnerabili al Covid. Nuovi studi confermano infatti che per un bambino obeso il rischio di avere forme gravi di questa malattia è quasi tre volte superiore rispetto a un bambino normopeso.
A lanciare l’allerta è la Società italiana di pediatria (Sip), alla vigilia della Giornata mondiale contro l’obesità: “Urgono – avverta la vicepresidente Sip Annamaria Staiano – politiche sociali per contrastare l’epidemia di obesità sin dall’infanzia”.
Con il 9.4% dei bambini obesi (inclusi i bambini gravemente obesi che rappresentano il 2.4%) e il 20,4% in sovrappeso, l’Italia è al quarto posto in Europa, dopo Cipro, Grecia e Spagna, tra i Paesi con i più alti valori di eccesso ponderale nell’infanzia.
L’attuale pandemia, rileva la Sip, ci ha fornito ulteriori prove di quanto obesità e malattie croniche non trasmissibili (come patologie cardiovascolari, respiratorie, diabete, tumori) rappresentino il principale fattore di rischio per forme più gravi di Covid, sia in età adulta che in età pediatrica.
A confermarlo è ora uno studio multicentrico appena pubblicato sul Journal of Pediatrics nel quale sono stati analizzati i dati di 281 pazienti pediatrici ricoverati per infezione da Sars-CoV2. Gli autori hanno rilevato che, anche in età pediatrica, l’obesità e la presenza di ipossia (carenza di ossigeno) rappresentano fattori predittivi di un maggiore interessamento respiratorio.