Il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci e il sindaco di Catania Salvo Pogliese hanno partecipato stamattina, da remoto, alla conferenza sui temi del Mezzogiorno organizzata dal ministro per il Sud, Mara Carfagna.
“Se vogliamo recuperare il Mezzogiorno, a Roma e a Bruxelles devono convincersi che la questione è nazionale ed europea – ha detto il governatore -. Serve urgentemente un Tavolo sul futuro del Sud, per affrontare argomenti come la destinazione dei fondi del Recovery Plan, dei quali non abbiamo notizia perché pare sia stato tutto deciso nei palazzi romani”.
L’intervento di Musumeci è stato giudicato “imbarazzante” dal segretario siciliano di Articolo Uno Pippo Zappulla: “Nell’incontro e con la partecipazione del presidente del Consiglio Mario Draghi – ha spiegato – il governatore non ha trovato niente di meglio che rispolverare il vecchio e trito meridionalismo piagnone, con la solita sfilza di accuse al governo nazionale e alla burocrazia statale, perdendo l’occasione di indicare idee e priorità. Ha saputo solo evocare il ponte sullo Stretto di Messina, che è il solito modo di mandare il pallone in tribuna e buttarla in caciara. E dopo aver mostrato una desolante povertà di idee, Musumeci ha chiesto di poter gestire 10 miliardi di euro, ma, sia chiaro, da utilizzare senza regole e controlli”.
Sul versante catanese Pogliese ha chiesto l’immediata istituzione delle Zone economiche speciali (Zes) per agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative, un’attenzione strategica del recovery plan ai progetti presentati dal Comune e dalla città metropolitana di Catania per rilanciare un sistema infrastrutturale inadeguato, la necessità di finanziare subito il nodo ferroviario per interrare i binari che ostruiscono il rapporto con il mare e il progetto di monorotaia Etnarail per collegare le zone pedemontane con il capoluogo.
“Ricordo – ha detto – che nel 1997 quando venni eletto per la prima volta al Consiglio comunale l’amministrazione di Catania aveva 150 dirigenti e ora ne ha solo 20. I tecnici laureati, funzionari ingegneri e architetti in organico sono appena quattro. Occorre trovare soluzioni normative adeguate per le Amministrazioni locali che devono sottostare a troppi vincoli, a maggior ragione per un ente in dissesto come il nostro. Il progetto di Rfi del nodo Catania, nonostante se ne parli da venti anni ancora non risulta finanziato: devono partire i lavori per circa 700 milioni di euro che finalmente restituirebbero il mare alla città, interrando la stazione centrale e liberando le coste dalla cintura dai binari che ne hanno impedito uno sviluppo armonico”.
“Un altro importante progetto – ha proseguito il primo cittadino etneo – che va tenuto nella massima considerazione riguarda le due linee in monorotaia elettrica, un sistema pienamente compatibile con l’ambiente, chiamato Etnarail, per colmare la storica mancanza di un collegamento rapido tra i comuni della zona sud del vulcano e la città di Catania. Il costo stimato è di 480 milioni di euro. Per cominciare si potrebbe finanziare la prima linea per connettere le zone di Gravina e Mascalucia con Catania, un fatto che rappresenterebbe comunque un primo passo importantissimo”.
Le richieste siciliane alla ministra: “Musumeci è stato imbarazzante”
Anche Pogliese alla web-conferenza con la Carfagna, Articolo Uno attacca il governatore: "Solo lamentele e povertà di idee"