CATANIA – “Ho sempre combattuto la mafia. Da quando facevo attività politica. Mi ricordo di alcuni convegni con oltre mille persone presenti in cui facevo distribuivo degli opuscoli contro Cosa nostra”. A dirlo, rendendo dichiarazioni spontanee nel processo d’appello che lo vede imputato a Catania per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, è l’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo (foto Elvira Terranova), per il quale la Procura generale ha chiesto la condanna a sette anni e quattro mesi di carcere.
Lombardo ha ricordato alla presidente della Corte di appello Rosa Anna Castagnola di avere avuto tra i suoi assessori anche magistrati come Massimo Russo e Caterina Chinnici, quest’ultima oggi eurodeputata del Pd.
”Questo processo si basa sulle dichiarazioni, anzi direi sulle menzogne dei cosiddetti collaboratori di giustizia”, ha aggiunto l’ex governatore, secondo quanto riportato dall’Adnkronos. Lombardo ha parlato di presunti ‘contatti’ con il boss ennese Raffaele Bevilaqua, un nome venuto fuori anche durante l’esame del collaboratore di giustizia Dario Caruana, tra i testimoni dell’appello bis.
”Durante il processo sono a volte intervenuto – ha detto – perché le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia mi sembravano davvero eccessive. Dal 29 marzo del 2010 vivo questo incubo dal quale vorrei uscire per potere trascorrere serenamente il resto della mia vita, con mia moglie e i miei figli”.
Il 29 marzo di undici anni fa era stato pubblicato un articolo che annunciava l’iscrizione nel registro degli indagati di Lombardo, allora governatore siciliano, per concorso esterno per mafia. Ad accusarlo un collaboratore di giustizia.
“Questo processo – ha detto Lombardo- ha investito soprattutto la mia famiglia per gli effetti devastanti che ha avuto. Quei titoli di giornali e i servizi televisivi scrivevamo titoli con effetti irreparabili che si sono proiettati sulla mia vita e su quella della mia famiglia”. Lombardo ha ricordato la sua infanzia: “Ho vissuto a Grammichele in una famiglia di persone oneste, gran parte agricoltori, come mio padre”.