PALERMO – Mancavano 180 morti alla triste conta dei decessi che la Regione siciliana ha comunicato all’Istituto Superiore di Sanità durante la prima ondata della pandemia. Nessun errore di calcolo, ma una scelta precisa finalizzata a dare della gestione dell’emergenza sanitaria nell’isola una immagine rassicurante.
Il fine? Nascondere le falle, scongiurare la zona rossa e le chiusure commerciali ed evitare di perdere consenso politico.
Le intercettazioni disposte dai pm di Trapani che hanno svelato oltre 40 comunicazioni false inviate dall’Osservatorio epidemiologico dell’assessorato alla Salute all’Iss sulla situazione pandemica siciliana continuano a svelare dati taroccati, tamponi gonfiati, morti nascoste.
Centottanta per l’esattezza, avvenute nel 2020, quando si raccontava di una Sicilia solo sfiorata dalla tragedia del Covid, “contate” e comunicate a Roma solo un anno dopo. Sette gli indagati dai pm trapanesi tra i quali l’ex assessore alla Salute Ruggero Razza che, dopo l’avviso di garanzia di ieri, si è dimesso.
Secondo i pm era al corrente delle false comunicazioni che in diversi casi avrebbe lui stesso “consigliato” ai suoi collaboratori. Nel 2020 Letizia Di Liberti, responsabile del Dipartimento regionale per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico (Dasoe), da ieri ai domiciliari per falso assieme a Salvatore Cusimano, dipendente regionale e suo stretto collaboratore, avrebbe aumentato “i decessi, comunicando il numero di +15 in luogo di + 4, per recuperare – si legge nel provvedimento del gip – il dato relativo a +180 morti del periodo marzo-aprile 2020 mai comunicati prima”.
E’ il 19 marzo 2021 quando Giuseppe Rappa, dipendente dell’Asp di Palermo, tra gli indagati, chiama la Di Liberti per avere indicazioni su cosa fare, perché – spiega – “oggi ci sono solo 4 soggetti deceduti”. “Li sta facendo Salvo i ricoveri, io mi sto dedicando ai deceduti, stiamo facendo un giro di telefonate per sistemare un poco la situazione… – dice – Domanda: deceduti di oggi ne abbiamo 4, vuol dire che se diamo quelli che abbiamo a domicilio non ne abbiamo più da parte, siccome ne abbiamo una sfilza… ne abbiamo 27, che sono vecchi deceduti che non abbiamo mai comunicato eh.. noi aspettiamo autorizzazione se li possiamo comunicarli o meno”.
“Quanti sono in totale oggi?”, chiede la dirigente. “In totale oggi nei presidi ospedalieri sono 4 – le risponde Rappa -. Però finendo questi, ci rimangono che abbiamo 27 deceduti che sono misti tra domicilio e ospedali”. La Di Liberti ha la soluzione: “Eh.. cominciate a metterne qualche altro per arrivare a 15… e recuperiamo qualcuno dei vecchi”.
“Un disegno politico scellerato”, sostiene il gip di Trapani. Un’accusa molto pesante dalla quale venerdì i tre arrestati dovranno difendersi nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip. Al termine gli atti dovrebbero essere trasmessi alla Procura di Palermo, per legge territorialmente competente.
Nascosti 180 decessi: “Recuperate quelli vecchi”
Lo scandalo in Sicilia: occultati nel 2020 e spalmati nel 2021. Il dialogo tra la Di Liberti e un dipendente Asp, 40 le comunicazioni false