MILANO – Avrebbero agito sempre con lo stesso schema: mentre uno faceva da palo, gli altri entravano in banca indossando parrucche per non essere riconosciuti e, armati di taglierino, prendevano in ostaggio clienti e dipendenti fino all’apertura della cassaforte temporizzata.
Per questo oggi il gup di Milano Livio Cristofano ha condannato in abbreviato a pene dai sei anni e mezzo ai 5 anni e 4 mesi i cinque componenti di una banda, tutti tra i 41 e 45 anni, che nel 2019 da Palermo arrivavano in Lombardia per fare razzia, in particolare nelle filiali di Ubi.
Il giudice, accogliendo in sostanza le richieste del pm Isabella Samek Lodovici, ha condannato a 6 anni e 6 mesi Gaspare Aruta, ritenuto la ‘mente’ dei colpi, a 5 anni e 10 mesi Massimiliano Lopez e Gaetano Immesi e infine a 5 anni e 4 mesi Salvatore Montagna e Vincenzo La Corte.
Le rapine alle filiali milanesi di Ubi Banca in via Friuli e in via Washington, tre andate a buon fine e una fallita, sono avvenute tra il maggio e l’agosto di due anni fa. Il bottino è stato di circa 298 mila euro.
Ai cinque, alcuni dei quali già in cella per altre vicende, a giugno scorso è stata notificata un provvedimento di custodia cautelare in carcere. Aruta, invece, è stato arrestato in flagranza l’8 ottobre 2019 con altri due uomini (estranei agli episodi contestati oggi) prima che rapinasse un istituto di credito a Busto Arsizio (Va).
Quel giorno il gruppo, prima di fare irruzione in banca, per darsi la carica, ha addirittura recitato alcune frasi di una brano del cantante neo-melodico Salvo Pernice. “Nessuno ci batte, nessuno ci fotte, nessuno ci toglie la speranza che accende un sogno”, era in ritornello intercettato dalla squadra mobile di Milano.
‘Nessuno ci batte, nessuno ci fotte’: e con le parrucche assaltavano banche
Prima delle rapine violente in Lombardia recitavano i versi di un neomelodico: condannati 5 palermitani