Un paziente di 72 anni affetto da ricorrenti episodi di sincope e pregresso infarto è stato sottoposto all’ospedale Ingrassia di Palermo ad una angioplastica salvavita dall’equipe di emodinamica: Daniele Pieri, Antonino Rubino, Marianna Rubino, Mirko Luparelli e tutto lo staff infermieristico.
“La rivascolarizzazione percutanea – ha spiegato Pieri – è di prima scelta per la buona fattibilità, con percentuale di successo dell’80% e minor rischio di complicanze. La diagnosi viene fatta con eco-Doppler dei vasi sopra-aortici ma l’angiografia selettiva rimane il “gold standard”.
Al Doppler l’inversione del flusso nell’arteria vertebrale sinistra è un indicatore molto sensibile di stenosi dell’arteria succlavia, patologia che può anche determinare infarti”. La struttura è stata recentemente dotata di un nuovo angiografo digitale di ultima generazione che, oltre alla diagnosi e terapia della patologia coronarica, consente di condurre studi strutturali delle patologie cardiache e vascolari periferiche, con risoluzione ed accuratezza diagnostica elevata.
“Si prosegue verso la creazione di un vero laboratorio di cardiologia interventistica e vascolare – ha sottolineato il direttore del reparto di Cardiologia dell’Ingrassia, Sergio Fasullo – è una struttura utile e indispensabile per i bisogni degli utenti”.
Nonostante la pandemia, lo scorso anno la Cardiologia dell’Ospedale Ingrassia di Palermo ha lavorato a pieno ritmo assicurando: 1.159 ricoveri ordinari, 385 procedure di angioplastica (di cui 34 chiusura PFO, stent carotide e femorali, laser e litotrissia coronarica) e 721 coronarografie. Le prestazioni ambulatoriali della struttura sono state 20.143, mentre il laboratorio di elettrostimolazione ha effettuato 238 impianti di pacemaker e defibrillatori oltre 1.401 controlli.