CARINI (PALERMO) – Oltre un centinaio di volontari ha liberato da una vera e propria montagna di rifiuti circa 3 km di spiaggia in contrada Ciachea nel lungomare Cristoforo Colombo, a Carini.
L’allarme era stato lanciato circa 15 giorni prima dal noto documentarista Riccardo Cingillo, responsabile della divisione subacquea dell’associazione Marevivo che durante una corsa mattutina, aveva rinvenuto lungo il tratto costiero una grande quantità di rifiuti riportati in spiaggia dalle ultime mareggiate e tantissime scarpe che emergevano tra le centinaia di bottiglie, giocattoli e sacchetti di plastica.
Le sue fotografie fecero il giro dei social, suscitando l’indignazione generale di chi non si rassegna a vedere un litorale così bello e tanto maltrattato. La zona è tristemente nota per l’abusivismo edilizio perpetrato nel passato e colpevole del conferimento a Carini del primato dell’illecito.
La vicinanza al mare e anche ai paesi vicini e a Palermo, tra gli anni sessanta e settanta provocò la proliferazione di centinaia di villette proprio a ridosso della spiaggia, alcune già abbattute ed altre ancora edificate per la mancanza di fondi da impiegare per la loro demolizione; una rete fognante malfunzionante, la vicinanza all’autostrada e i tanti rifiuti abbandonati lungo il ciglio della strada hanno fatto il resto, e a causa del forte degrado, da tanti anni in quel tratto di mare è stata vietata la balneazione.
L’iniziativa è partita dall’associazione LiberAmbiente che ha chiesto la collaborazione di Marevivo e di altre organizzazioni no- profit, come Muoversi a Carini, la Consulta giovanile Dazeroacento, Alta Quota 38 per organizzare tutti una giornata ecologica tesa al recupero dei rifiuti rinvenuti. Già dalle prime ore del mattino tanti volontari delle tre associazioni si sono ritrovati in spiaggia, aiutati da un centinaio dei boy scout Carini 1 e Carini 2 che con incredibile impegno si sono adoperati per liberare la spiaggia da bottiglie di plastica, vetro, polistirolo, materassi, copertoni e laterizi.
Mariella Gattuso, direttore generale di Marevivo Sicilia si è impegnata nella sola raccolta delle scarpe la cui presenza le era stata segnalata da Riccardo Cingillo. “In un paio di ore ho recuperato un centinaio di scarpe di ogni tipo e di ogni misura, erose in parte dal mare, ma in grado di permanere in acqua ancora per centinaia di anni per poi finire disgregate in una quantità inimmaginabile di microplastica. Una vera e propria collezione stagionale che il mare ha riconsegnato all’uomo, ma che nemmeno la più fervida immaginazione poteva immaginarle sparse così copiosamente sulla spiaggia.
Da tanti anni partecipo a giornate ecologiche, ma stamane sono rimasta sgomenta di fronte al degrado che si è presentato ai miei occhi. Il deterioramento delle villette abusive, in gran parte abbandonate e deserte, appaiono come mostri feriti, ma dimostrano ancora lo sprezzo perpetrato per anni nei confronti del mare. Oggi l’unione e la presenza di tanta gente ha fatto la differenza: tre chilometri di spiaggia completamente ripulita di ogni rifiuto; solo così in tanti si poteva riuscire nell’impresa e se questi episodi e queste alleanze si potessero strutturare costantemente in tanti altri posti, potremmo aiutare il mare e l’immagine della nostra isola, senza aspettare l’intervento delle istituzioni che dovrebbero normalmente farlo, ma che per diversi motivi non riescono più a farlo”. Oltre alle scarpe, sono stati conferiti correttamente per lo smaltimento, centinaia di sacchi stracolmi di rifiuti di ogni genere e soprattutto di plastica.