La disponibilità degli ingenti flussi finanziari attivati con il Recovery fund suscita in Sicilia tanti “appetiti”. Il quadro degli interessi criminali pronti a intercettare “risorse senza precedenti” è stato tracciato dal procuratore regionale della Corte dei Conti, Gianluca Albo, nella conferenza stampa per l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
“E’ possibile prevedere – ha detto – che nei prossimi dieci anni si attiveranno complessi procedimenti di spesa lungo percorsi amministrativi nei quali si anniderà il rischio di sprechi e appropriazioni. Già si colgono i segnali di una aggregazione di interessi perfino superiori a quelli di rango criminale. L’obiettivo sono proprio i fondi ingentissimi destinati ai ristori e alla ripresa”.
La Procura regionale della Corte dei Conti è consapevole delle difficoltà di intervento (“spunteranno tante teste di legno”) e della limitazione delle risorse a disposizione. Albo ha denunciato tra l’altro la carenza di organico del suo ufficio che è del 42 per cento, “la più alta d’Italia”, e dell’enorme carico di lavoro che grava sui sette magistrati contabili in servizio: ognuno deve controllare ben 338 amministrazioni. Tanto per avere un’idea delle limitazioni, Albo ha citato il dato di 7500 denunce presentate nel 2020 alle quali corrispondono solo 500 istruttorie aperte.
In vista dell’arrivo dei fondi mobilitati, la Procura regionale eserciterà non solo un’attività repressiva ma soprattutto preventiva tenendo presente che la Sicilia “ha uno dei tassi più alti di distrazione di risorse pubbliche”. La sanità è il settore nel quale si riscontrano le criticità più significative e non soltanto sotto il profilo erariale ma anche sotto quello dell’efficienza dei servizi messa a volte in discussione per la diffusa inutilizzazione di apparecchiature di alta specializzazione. Ci sono anche casi di sospetta dilatazione delle spese. Si spende troppo, ha puntualizzato Albo, per la sanificazione degli ambienti.