Ci sono due aree in Sardegna e in Sicilia accomunate dalla presenza di un’area industriale petrolchimica e da un’alta incidenza di patologie tumorali, in particolare dell’apparato urologico. Sono quelle di Sassari e Porto Torres, e l’area di Priolo, con i comuni di Augusta, Melilli e Siracusa.
A unirle adesso c’è anche l’accordo che l’Asp di Siracusa, l’Aou di Sassari, il Comune di Melilli e la Sonatrach srl hanno siglato per la realizzazione del progetto “Si Può” che punta alla individuazione e cura delle patologie uro-oncologiche nel Comune di Melilli.
I valori aggiornati dal rapporto epidemiologico “Sentieri” sui siti contaminati, riferiti a tutto il territorio del Nord Sardegna, registrano una mortalità che arriva a un più 49 per cento rispetto alla media regionale sarda. Un rapporto che spinge a guardare con preoccupazione questi dati e a quelli, ipotizzabili, nel Siracusano.
Il progetto vedrà, infatti, protagonista l’equipe dell’unità operativa di Urologia di Sassari, diretta dal professor Massimo Madonia, e avrà la durata di un anno. Punterà a coinvolgere una popolazione di età compresa tra i 18 e 75 anni. L’obiettivo è quello di effettuare uno screening precoce nella popolazione, sensibilizzare i medici di famiglia, quindi definire un percorso diagnostico che va dallo screening al trattamento chirurgico.
L’accordo di collaborazione tra aziende quindi vedrà lavorare assieme i chirurghi sardi e siciliani. In particolare gli specialisti dell’unità operativa di Urologia di Sassari (3 dirigenti medici chirurghi, un infermiere) si recheranno per due giorni al mese in Sicilia, a Melilli, per effettuare visite ambulatoriali e a Siracusa, all’ospedale Umberto I, per l’attività chirurgica.
Sono quindi previsti degli “scambi” con medici e chirurghi dell’Asp siracusana, che potranno andare a Sassari per un confronto sulle metodiche di intervento. La clinica di Urologia dell’Aou di Sassari rappresenta uno dei centri di spicco nel panorama sanitario e ospedaliero per la diagnosi e cura delle patologie uro-oncologiche.
«Dietro questo risultato – afferma il professor Massimo Madonia – oltre alla forte abnegazione e grande lavoro della nostra equipe, c’è la volontà di dare una risposta a un territorio che negli anni ha visto crescere il tasso di incidenza tumorale urologica di oltre il 120 per cento».
E a ridurre la mobilità passiva punta anche l’Asp di Siracusa. «Il progetto nasce da questa esigenza – riprende Madonia -, infatti è elevato il numero dei pazienti che dalla regione Sicilia si recano in altre regioni italiane per curare patologie tumorali urologiche».
Nell’area di Priolo, secondo i dati Istat, i tumori della vescica hanno una maggiore incidenza sia negli uomini sia nelle donne, mentre si osserva una maggiore incidenza di tumori del rene soltanto negli uomini.
Collaborazione urologica Siracusa-Sassari
di Nuccio Sciacca - Entrambe sono aree industriali a rischio oncologico