PALERMO – Negli ultimi due anni la provincia di Trapani è passata dal 38% del 2018 al 66% del 2020 di raccolta differenziata, facendola diventare la provincia siciliana più virtuosa grazie anche a un’attenta pianificazione del servizio di raccolta porta a porta. Grande balzo in avanti di Trapani, passata dal 15% al 64% in soli due anni.
Sono alcuni dati resi noti da Legambiente Sicilia, emersi nel corso di EcoForum provinciale sui rifiuti e l’economia circolare svoltosi in streaming dal Centro Esplora ambiente della Riserva Naturale della Grotta di Santa Ninfa.
Sono sette i Comuni Rifiuti Free della provincia, ossia quelli che hanno una produzione pro-capite di rifiuto secco residuale inferiore a 75 chili. Paceco si piazza al primo posto in questa particolare classifica con 63,95 chili per abitante, a seguire Buseto Palizzolo con 68,90 chili, Partanna 70 chili; chiudono Salemi, Santa Ninfa Vita e Poggioreale con 75 chili per abitante.
All’EcoForum hanno partecipato 10 sindaci della provincia e i presidenti delle due Srr trapanesi (Massimo Grillo e Nicola Catania) che hanno unanimemente manifestato le difficoltà di dover gestire gli importanti risultati ottenuti in assenza di impianti del trattamento dell’organico, che incide per oltre il 42% del complessivo di quanto raccolto.
Gran parte dei Comuni sono costretti a sobbarcarsi enormi i costi, pari anche a 260/280 euro per tonnellata, per il conferimento, anche fuori regione, a impianti dedicati. E tutto questo pur in presenza di progetti pubblici autorizzati, finanziati, o addirittura già realizzati, ma ancora bloccati.
Come denunciano gli stessi sindaci, a proposito dell’impianto per il trattamento dell’organico a Calatafimi Segesta, autorizzato nel 2013, finanziato per 16 milioni di euro e con progetto esecutivo realizzato nel 2019, la messa a gara è bloccata da gennaio 2020 in attesa che la Regione affidi la titolarità, quale soggetto attuatore, alla Srr Trapani Nord.
O ancora più paradossalmente come il polo tecnologico di Castelvetrano – già realizzato con soldi pubblici – la cui vicenda kafkiana si trascina dal fallimento dell’Ato Belice ambiente con la messa all’asta dell’impiantistica da parte del procuratore fallimentare, sottraendola di fatto alla disponibilità da parte della Srr Trapani Sud.
“Abbiamo sperato che questo governo regionale segnasse una discontinuità con le tragedie del passato – ha detto Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia -. È stato fatto qualcosa sulla raccolta differenziata, ma poi più nulla. Si è continuato con la vecchia logica dei rifiuti in discarica”.
“Non c’è più tempo d perdere – ha ribadito Tommaso Castronovo, coordinatore di Sicilia Munnizza Free e responsabile rifiuti ed economia circolare di Legambiente Sicilia – gli obietti sfidanti e selettivi del pacchetto dell’economia circolare impongono un approccio non più basato sulla quantità di raccolta differenziata dei rifiuti, ma sull’effettivo riciclo”.
Un altro grave problema denunciato dai circoli di Legambiente del Trapanese è il proliferare degli abbandoni illegali dei rifiuti e la creazione di micro discariche nelle campagne.
Raccolta differenziata, Trapani al top
I dati di Legambiente: è la provincia siciliana più virtuosa, nel 2020 raggiunto il 66%