RAGUSA – “Non abbiamo più tempo, le nostre attività sono al collasso e chiediamo notizie certe sulle riaperture. Stiamo facendo gli straordinari per tenere calmi i nostri associati che, giustamente, senza alcuna prospettiva, vogliono scendere in piazza. Ecco perché abbiamo scelto la strada della non violenza: lo sciopero della fame, l’ultima carta che rimane da giocarci con l’auspicio che qualcuno capisca”. L’ha detto in conferenza stampa, a Ragusa, il presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, che, davanti a un caffè e a un cappuccino, ultimo pasto prima della protesta, ha dato il via allo sciopero della fame che era stato annunciato lunedì scorso.
“La scelta del caffè e del cappuccino non è un caso – ha proseguito Manenti – sono l’emblema delle nostre attività. Non se ne può più, e lo diciamo con il cuore in mano. Sappiamo che ci sono i contagi, ma allo stesso tempo, e l’esperienza degli ultimi mesi ne è la riprova, sappiamo che le nostre attività, nel pieno rispetto dei protocolli, si sono adoperate per garantire la massima sicurezza”.
Manenti, dopo la conferenza stampa, si è spostato a Pozzallo per iniziare la protesta, nella sede Confcommercio di via Magenta 418, accanto alla sua abitazione, dove si recherà prima del coprifuoco, ogni sera. Sarà monitorato, per quanto riguarda lo stato di salute, dal medico Roberto Ammatuna che è anche sindaco della cittadina iblea.
Assieme a Manenti, ad attuare lo sciopero della fame anche i presidenti provinciali di Confcommercio Catania Piero Agen e di Trapani Pino Pace, il presidente regionale Fipe Sicilia Dario Pistorio, e, in ultimo, si è aggiunto il presidente Confcommercio Sciacca, Giuseppe Caruana. A Catania e a Trapani, questa mattina, si sono tenute le conferenze stampa rispettivamente di Agen con Pistorio e di Pace.
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