CATANIA – “Stop and go”. E’ lo schema dell’ultima fase eruttiva dell’Etna che si riaccende improvvisamente con intesi parossismi che durano mediamente un’ora, per poi, all’improvviso spegnersi. Ma per poi ripartire nuovamente. Lo fa dal 19 maggio quando cominciò con “la fontana di lava Franco Battiato”, nella notte dopo la morte dell’artista.
Ieri lo ha fatto per tre volte nel giro di circa 15 ore, con l’ultima, iniziata alle 22 e conclusasi 50 minuti dopo, che ha prodotto una grande quantità di materiale piroclastico che è precipitato sui paesi a est del vulcano, dove sembrava piovesse, fino al mare Ionio.
A dare spettacolo è sempre il cratere di Sud-Est con la stessa modalità, come spiega l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania nei suoi comunicati: aumento dell’attività esplosiva e dei livelli di tremore dei condotti interni dell’edificio vulcanico che poi si trasformano in fontana di lava, accompagnata da boati, emissione di alti nubi di cenere lavica e di una colata che resta confinata nella zona sommitale dell’Etna.
La “montagna”, “Idda” (Lei), come la chiamano i catanesi, con la sua attività al momento non ha avuto alcun impatto, al momento, sull’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania. Ma la sua attività è continuamente monitorata dagli esperti dell’Ingv che seguono e registrano i continui “stop and go” del vulcano attivo più alto d’Europa che è in continua ricarica di energia, segnale che l’attività sembrerebbe destinata a durare. “Gli ‘stop and go’ – spiega l’Ingv – sono legati a uno stato di media energia interna del vulcano che non trova la strada e non ha la forza per un’eruzione continua”.
In parte ricorda fase che precedette l’eruzione ‘perfetta’ del 2002, che iniziò nella notte tra 26 e il 27 ottobre di quell’anno per concludersi il 29 gennaio del 2003. Ma sono solo dati statistici, di cui la montagna non tiene sempre conto. Anzi.