VERBANIA – E’ prevista in giornata la richiesta della convalida dei fermi di gestore, direttore esercizio e capo servizio della funivia del Mottarone. Dagli accertamenti degli inquirenti sull’incidente in cui sono morte quattordici persone, tra cui due bambini, il freno sarebbe stato manomesso per evitare disservizi.
“I fatti contestati sono di straordinaria gravità in ragione della deliberata volontà di eludere gli indispensabili sistemi di sicurezza dell’impianto di trasporto per ragione di carattere economico e in assoluto spregio delle più basilari regole di sicurezza finalizzate alla tutela dell’incolumità e della vita” dei passeggeri, scrive la procura di Verbania nel decreto di fermo che ha portato in cella tre persone.
Secondo quanto affermato in un’intervista all’Ansa, dal capitano Luca Geminale, comandante della compagnia carabinieri di Verbania, le indagini procedono su due binari: “Un binario è quello relativo ai freni, al quale in qualche modo abbiamo messo un punto. Adesso c’è il secondo binario, che riguarda la rottura del cavo”.
Un’ attività “un bel po’ più complessa, che prevede più fasi, più tipologie di analisi: documentale, del posto, tecniche – precisa – E’ chiaro che all’emergere di nuovi elementi potrebbe esserci la conseguente iscrizione di altre persone tra gli indagati”.
“Abbiamo sequestrato tutto, anche la scatola nera – ha detto Geminale – un sistema che registra tutti gli aspetti tecnici dell’impianto, come la velocità, l’andatura, l’oscillazione” della funivia.
Dagli accertamenti effettuati fino ad ora “è emerso che erano noto a chi di dovere – ha spiegato il capitano – che questo impianto aveva delle anomalie al sistema frenante. Probabilmente, chi di dovere, piuttosto che fermare la funivia e approfondire” l’inconveniente tecnico per poi risolverlo, “ha deciso di bypassare il problema e usare i forchettoni”.
La Procura di Verbania, che indaga sull’incidente della funivia del Mottarone, sta valutando la posizione della squadra di operai addetti all’impianto a cui che avrebbero messo in atto “la scelta aziendale di bypassare l’anomalia” al sistema frenante emerso da oltre un mese. La magistratura dovrà capire se gli operai fossero consapevoli o meno delle conseguenze che poteva avare l’utilizzo dei ‘forchettoni’ sul sistema frenante.
Per la Procura di Verbania “sussiste il pericolo concreto e prevedibilmente prossimo della volontà degli indagati di sottrarsi alle conseguenze processuali e giudiziarie delle condotte contestate, allontanandosi dai rispettivi domicili e rendendosi irreperibili”. Lo si legge nel decreto di fermo disposto nei confronti di Luigi Nerini, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente amministratore unico, direttore di esercizio e capo servizio della funivia crollata domenica scorsa causando la morte di quattordici persone.