LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Le ottime condizioni meteo-marine facilitano le partenze dal Nordafrica e in particolare dalla Libia. Altri 18 migranti, tutti tunisini, sono arrivati a Lampedusa dopo che sono stati soccorsi dalla motovedetta Cp 306 Sar. Con loro – è stato il quindicesimo sbarco a partire dalle 4.30 di stanotte – si è arrivati a un totale di 1.427 persone sbarcate e trasferite all’hotspot di contrada Imbriacola.
Al Viminale si segue con grande attenzione quanto sta accadendo in queste ore. Una dozzina di barche ha lasciato le coste africane senza essere intercettata dai guardiacoste locali. Potrebbero averli lasciati partire oppure le partenze sono avvenute da un’area non controllata. Quello che è certo è che in Libia come in Tunisia il controllo delle coste si sta dimostrando inefficace.
Così come quello delle frontiere desertiche del Sud da dove passa il flusso proveniente dall’Africa centrale. Per quanto riguarda la Libia c’è inoltre da evidenziare la difficile situazione sul territorio, con il nuovo governo di accordo nazionale del premier Abdel Hamid Dbeibah che cerca di acquistare autorità sulle diverse milizie che si spartiscono il Paese in vista delle elezioni programmate a dicembre. Ci sono poi da considerare le tensioni legate all’incidente dei colpi di mitragliatore sparati da una motovedetta libica contro un peschereccio italiano.
Una situazione complessa, dunque. Per questo il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha sentito il premier Mario Draghi ed è stata prospettata l’ipotesi di una cabina di regia.
“Se in un giorno sbarcano mille migranti sull’isola la macchina dell’accoglienza, anche se tra mille difficoltà, può reggere. Ma se ne arrivano tremila o quattromila che facciamo?”, si chiede il sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello. “Lo avevo detto il giorno in cui è nato il governo Draghi: l’Italia non può permettersi ambiguità su un tema fondamentale come quello dei flussi migratori, e meno che mai può permettersi di gestire l’arrivo dei migranti con la logica dell’emergenza quotidiana. Servono regole chiare per il soccorso in mare e per il controllo nel Mediterraneo, e servono azioni di tutela dei diritti umani”.
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Nell'hotspot dell'isola 1.400 migranti, il Viminale è preoccupato