PALERMO – Deputati, senatori e parlamentari regionali del M5s in Sicilia hanno avviato un confronto sulla relazione della commissione tecnica del ministero delle Infrastrutture pubblicata venerdì riguardo l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina.
“Il Movimento 5 stelle siciliano si confronta per lavorare per il bene della Sicilia approfondendo la relazione della Commissione tecnica sull’attraversamento stabile dello Stretto, un confronto ricco di spunti. Questo è l’unico metodo che conosciamo e che negli anni ci ha fatto guadagnare credibilità nei territori, ci ha permesso di portare risultati concreti, lavorando in sinergia fra tutti i livelli istituzionali”, commentano i portavoce.
“Per la Sicilia – aggiungono – vogliamo il meglio e sulla questione dell’attraversamento stabile dello Stretto noi siamo protagonisti, soprattutto a Roma. Abbiamo analizzato la relazione senza alcun pregiudizio ideologico. Come Movimento 5 stelle valuteremo con attenzione gli studi di fattibilità che verranno realizzati, così come le valutazioni ambientali. In ogni caso sfidiamo le altre forze politiche a chiarire se quest’opera rappresenta solo una bandierina elettorale o se si vogliono superare veramente i divari infrastrutturali esistenti. Per cui noi siamo aperti alla realizzazione di un collegamento stabile se, con la stessa legge di finanziamento, venga previsto e finanziato un piano infrastrutturale complessivo per il sud che tenga in debita considerazione le giuste compensazioni per il territorio”.
“Pretenderemo che sia l’opera sia il piano infrastrutturale – concludono gli esponenti del M5s – vengano inquadrati come strategici e finanziati quindi con fondi pubblici nazionali aggiuntivi rispetto al fondo sviluppo e coesione, ai fondi strutturali ed esclusi dal computo del 34% del Mezzogiorno previsto dalla normativa vigente, così come è avvenuto per tutte le opere strategiche nazionali realizzate in passato”.
Arriva dunque un’apertura. E qualcuno non la prende bene. “C’era una volta il M5s che sfilava nei cortei urlando No Ponte chiedendo i voti ai siciliani, prendendone anche tanti, o che chiedeva la chiusura delle fonti inquinanti dell’Ilva, ma con l’intervista di oggi del sottosegretario Cancelleri del M5s che dice ‘Sì al ponte sullo stretto di Messina’ , la mutazione genetica del movimento è completa tradendo definitivamente valori e battaglie. A partire da quella sul ponte che sottrae oltre 7 miliardi di euro alle vere priorità dell’Italia”, dichiara il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli.
“Il ponte verrà finanziato con un meccanismo che gli destina fondi pubblici che si sono liberati dalle opere finanziate dal Pnrr, il governo Draghi dopo aver costruito un recovery plan che non affronta la transizione ecologica perché sottrae risorse al trasporto pubblico, alla depurazione, alla dispersione delle reti idriche e alle energie rinnovabili, ora lavora per realizzare un’opera dall’impatto ambientale devastante continuando ad ignorare le emergenze del Sud del paese.”
“Per dare un’idea delle priorità dell’Italia – afferma l’ecologista – con gli oltre 7 miliardi di euro iniziali che serviranno per costruire il ponte sullo stretto di Messina si potrebbero realizzare 750 km di rete attrezzata per tram e filobus rivoluzionando la mobilità delle aree urbane delle nostre città. Il M5s sostiene un’opera devastante dal punto di vista ambientale in un’area ad alto rischio sismico che sottrae risorse ai treni regionali, alla depurazione ,all’acqua potabile che ancora non arriva nelle case di molti cittadini del Sud, con questo Si al ponte il M5s tradisce cittadini e transizione ecologica”, conclude Bonelli.
Ponte, il M5s diventa possibilista: e i Verdi si arrabbiano
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