La scelta di Musumeci di riconsegnare l’assessorato regionale alla Sanità a Ruggero Razza, coinvolto nell’inchiesta sui dati covid falsati in Sicilia e dimessosi appena due mesi fa dopo lo scandalo, scatena gli attacchi delle opposizioni e spiazza i partiti di maggioranza. Esulta solo Diventerà Bellissima, il movimento che fa capo proprio a Musumeci e Razza: “Il ritorno di Ruggero Razza alla guida dell’assessorato regionale alla Salute è certamente una buona notizia”. Silenzio, invece, dalle altre forze politiche che compongono la giunta regionale.
“È incredibile come Musumeci in questi anni di governo sia riuscito a far parlare della Sicilia sempre e soltanto per cose negative”, commenta il sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Giancarlo Cancelleri. “Riesce a passare da un fallimento ad un altro con una facilità imbarazzante, il tutto guidato solo dalla logica della spartizione di poltrone e anche questa volta non si smentisce. Sia chiaro, la rinomina di Razza non è fuori luogo per le indagini a suo carico, per quello c’è la magistratura, ma per la frase pronunciata a proposito dei deceduti a causa del covid ‘spalmiamo i morti’, è tutto ciò che rende il suo ritorno inopportuno e disgustoso. Dopo aver tenuto calda per 3 mesi la poltrona del suo delfino, adesso lo rinomina alla sanità, sperava che tutto si sgonfiasse, invece è bastato riesumarlo per far risalire l’indignazione dei siciliani”.
“Potrebbe sembrare uno scherzo, ma è proprio il caso di dire “non è lercio”! È l’ennesimo schiaffo ai siciliani – osserva – che ancora una volta vengono dopo i giochini politici fatti, stavolta, sulla loro pelle. Ed è l’ennesimo disastro di Musumeci, solo e prepotente. Mi chiedo fino a quando i suoi alleati accetteranno tutto questo?”.
“La rinomina di Razza? Indecente: l’ennesimo atto di egoismo di Musumeci che mette in primo piano i propri interessi e quelli della sua ricandidatura davanti a quelli della salute pubblica e dei siciliani. Questo suo atto di arroganza conferma, ove c’è ne fosse bisogno, che quando il presidente si muove fa solo danni. Ci verrebbe da dire, meglio quando è in catalessi, come al solito” aggiungono i deputati del M5S all’Ars Giovanni Di Caro, Francesco Cappello, Giorgio Pasqua, Salvatore Siragusa e Antonio De Luca.
“Premesso – dicono i deputati 5 stelle – che l’assessore rientrante andava messo da parte anche prima dell’inchiesta della magistratura per la sua manifesta incapacità, tanto da fare presentare alle opposizioni una mozione di censura nei suoi confronti, non comprendiamo cosa sia cambiato dal momento delle dimissioni ad oggi. A questo punto ci chiediamo perché Musumeci le abbia accettate, facendo ora questa retromarcia che sa dell’ennesima beffa ai siciliani. Razza in ogni caso rimane l’assessore che era consapevole del fatto che veniva artatamente alterato il denominatore del rapporto tra tamponi positivi e tamponi effettuati. Alla luce di questo, quale credibilità può avere un assessore simile?”.
Durissimo anche il presidente della Commissione antimafia regionale, Claudio Fava. “C’erano e ci sono molteplici motivi di opportunità che avrebbero dovuto suggerire a Musumeci di non procedere a decidere il ritorno di Ruggero Razza alla guida dell’assessorato alla Salute. Ma su queste evidenti ragioni ha prevalso la volontà di piegare l’interesse della Sicilia alle esigenze politiche del presidente della regione. Il tutto dopo aver lasciato, nei mesi più caldi della campagna vaccinale, l’assessorato e la macchina regionale senza una guida”.
Per Fava “alla vigilia di una nuova stagione di nomine, unico vero collante del governo regionale, Musumeci doveva dimostrare di essere ancora alla guida di una coalizione che nei fatti non esiste più, con un governo che produce solo spartizione di poltrone e non un solo singolo atto nell’interesse dei siciliani.”
Interviene anche Italia Viva, con una nota il coordinatore regionale e presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone. “Musumeci e Razza hanno commesso un grave errore, così espongono la sanità siciliana, in piena vaccinazione e in un momento molto delicato, a fibrillazioni e polemiche dannose per i siciliani. Le sue dimissioni erano state assolutamente opportune in attesa della necessaria chiarezza, oggi non si capisce perché se le sia rimangiate. Razza ha sbagliato a tornare al suo posto e Musumeci ha sbagliato a chiederglielo”.
“La scelta di rimettere Ruggero Razza al suo posto come se nulla fosse, come se non esistesse un’indagine a suo carico sulla falsificazione dei dati dei contagi durante una pandemia, mina alle fondamenta la credibilità delle istituzioni. Le piega a beceri interessi di bottega di un Governo regionale allo sbando” aggiunge il deputato siciliano di LeU Erasmo Palazzotto. “Davvero non esisteva un’altra figura in grado di ricoprire quell’incarico? – prosegue – Al netto di come finirà l’indagine non sarebbe stato il caso di nominare come assessore alla salute in un momento così delicato una figura al di sopra di ogni sospetto? Come pensiamo che i Siciliani possano continuare a fidarsi di una classe dirigente come questa?”.
A caldo era intervenuto anche il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo. “La staffetta Musumeci-Razza alla salute si chiude nel peggiore dei modi nel giorno in cui si festeggia la Repubblica: il delfino è infatti tornato sulla tolda di comando dell’assessorato alla Salute, come ci fa sapere Musumeci con un comunicato, dopo settimane di sussurri e campagne social abilmente orchestrate. Il Partito Democratico è sempre stato critico sulla gestione della sanità in Sicilia da parte di Ruggero Razza a prescindere dall’indagine giudiziaria in cui è coinvolto e da cui gli auguriamo di uscire indenne”.
“Sono decine gli atti parlamentari presentati per denunciare le inefficienze del sistema sanità in Sicilia – prosegue Barbagallo – voluto da Razza, di cui abbiamo anche chiesto la sfiducia nel suo primo mandato. Le nostre perplessità – aggiunge – si sono rinvigorite durante l’interim di Musumeci che non si è mai degnato di venire all’ARS a rispondere e confrontarsi sulle falle registrate nella gestione dell’emergenza covid ma anche negli ospedali con interi reparti ordinari abbandonati a loro stessi, senza medici e poco personale sanitario. E’ solo una questione di potere e poltrone: la Sicilia affonda ma con ritorno di Razza Musumeci è contento, tutto il resto non conta”.