CATANIA – Il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore Daniela Baglieri hanno presentato stamane a Catania il piano dei rifiuti per l’isola annunciando un bando per un termoutilizzatore come prima contromisura a un problema di vecchia data.
“Per realizzare un nuovo impianto in Sicilia – ha detto Musumeci – ci vogliono cinque anni. Tempi vergognosi dovuti alla burocrazia nazionale e regionale. I termoutilizzatori privati si possono realizzare in tre anni. Tra pochi giorni lanceremo il bando per realizzarne uno, ma il controllo sarà della Regione. E’ un sistema mangia rifiuti che produce ricchezza: calore e energia. Senza questa soluzione resteremmo in mano all’oligopolio dei privati e della cultura delle discariche. Non siamo mai stati innamorati di questo sistema, ma è la soluzione per liberarci delle discariche”.
“Dobbiamo liberare la Sicilia dalla schiavitù delle discariche. Per 30 anni la politica ha lavorato per crearne soltanto di private, e ora i loro titolari dicono di volerle chiudere se non si raddoppia la capienza. I rifiuti non abbiamo dove conferirli. Allora ben vengano uno-due termoutilizzatori, come avviene in 37 parti d’Italia Le discariche sono offesa al buon senso e all’ambiente. L’emergenza l’affronteremo come è stato fatto negli ultimi 20 anni, con soluzioni che non peseranno sulla tasca dei cittadini, se il sistema in Sicilia dovesse arrivare al collasso noi faremo quello che fanno le altre regioni, anche quelle ambientaliste: venderemo i rifiuti all’estero. Io sarei del parere di rifarci sulle tasche dei politici che hanno creato questo disastro”.
“Abbiamo la necessità di fare chiarezza in un settore delicato – ha aggiunto il presidente della Regione – in cui è forte anche l’interesse della criminalità. Noi dobbiamo redigere il piano, dare le autorizzazioni, finanziare impianti ed eseguire monitoraggio e controllo. E invece ci troviamo a dovere fare tutto noi, mentre le competenze su raccolta e smaltimento sono di Comuni e Province. Abbiamo trovato una differenziata al 22%, quattro impianti pubblici che trattavano il 29% dei rifiuti e altri 4 privati col 71%. Si è creato un sistema di oligopolio privato che potrebbe, se volesse, fare collassare il sistema”.
“Nello smaltimento – ha ricordato il governatore – abbiamo trovato sei impianti pubblici, quattro dei quali già in esaurimento, e tre privati che avevano il 90% della raccolta. Abbiamo trovato la mancanza di un piano regionale, 10Srr non attive, carenza di impianti, lentezze burocratiche, impianti autorizzati con ordinanza del presidente, 511 discariche esauste non classificate. Nella raccolta differenziata abbiamo trovato una bassa percentuale dei Comuni, scarsa sensibilizzazione dei cittadini, gare d’ambito non avviate. Tanto ci pensa la Regione a coprire le inerzie”.
“Il governo regionale per la gestione dei rifiuti in Sicilia si è posto come obiettivo, entro il 31 dicembre 2035, di arrivare a un tasso del 65% di riciclo e di portare in discarica al massimo il 10% del totale di quelli raccolti. Tra i vantaggi della realizzazione di un termoutilizzatore ci sono la drastica riduzione dei rifiuti in discarica, il recupero di calore e energia, la riduzione del costo di smaltimento dei rifiuti e dei costi ambientali e l’immunizzazione rispetto alle emergenze rifiuti. Tra i contro gli elevati costi di realizzazione degli impianti e di gestione”.
La Regione, secondo i dati resi noti, è passata “al 42% di raccolta differenziata, quasi raddoppiata rispetto al 22% del 2017. Centossantadue i comuni siciliani con oltre il 65% di raccolta differenziata, 268 quelli con oltre il 50% e 57 con meno del 35% nelle tre aree di Palermo, Catania e Messina”.
Durante l’incontro con la stampa sono stati presentati altri risultati ottenuti dal governo regionale come tre nuovi impianti pubblici di compostaggio e due nuovi impianti di smaltimento. “Veniamo da 30 anni di mala gestione del settore. Qualcuno dovrebbe emigrare dalla Sicilia, non dovrebbe farsi più vedere”, ha aggiunto Musumeci.