Naufragio a Lampedusa: morte 7 migranti, bambini dispersi

Barca si ribalta a 5 miglia dall'isola. Il sindaco: "Continua il silenzio di Draghi"

AGRIGENTO – Sette migranti, tutte donne, sono morti nel naufragio di una barca avvenuto a circa 5 miglia da Lampedusa. Le vittime dovrebbero essere del Senegal, una di loro era in stato di gravidanza. L’imbarcazione sulla quale viaggiavano si sarebbe all’improvviso ribaltata e molti sono finiti in mare.
I soccorritori hanno recuperato 46 superstiti (cinque delle quali sono state rianimate mentre una donna in gravidanza è stata stabilizzata), dieci, tra cui due bambini, i dispersi.
La tragedia è avvenuta all’alba nelle acque fra Lampedusa e Lampione. La barca si è rovesciata poco prima che iniziassero le operazioni di soccorso, “verosimilmente a causa dello spostamento dei migranti”. A bordo una sessantina di subsahariani.
L’allarme, ricostruisce la guardia costiera, è scattato all’alba quando è arrivata una telefonata di uno dei migranti sulla piccola barca di 8 metri. La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta per naufragio, a carico di ignoti.
“Alla vista delle motovedette della guardia costiera i migranti si sono sbilanciati – ha detto il procuratore capo Luigi Patronaggio -. Tanti sono finiti in mare o perché mal distribuiti sul barcone o perché hanno perso l’equilibrio. Sulle salme verrà eseguito un esame esterno direttamente a Lampedusa. E poi, se dal caso, decideremo se disporre o meno autopsia”.
Oltre al naufragio è stata una notte di sbarchi quella che si è registrata a Lampedusa. Sono 256 i migranti approdati sull’isola, a partire dalle 3.30, con quattro diversi barconi. Tre imbarcazioni sono state soccorse al largo, la quarta – con 6 tunisini a bordo – è invece riuscita ad arrivare, alle 7 circa, direttamente in porto.
Tutti i 256 migranti sbarcati fra la notte e l’alba sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola. Con il loro arrivo nella struttura si arriverà a 660 ospiti a fronte di una capienza massima prevista per 250 persone.
“Non si vuole prendere coscienza di quello che succede nel Mediterraneo, non vale a nulla la solidarietà che, adesso, ci arriverà. Perché la solidarietà deve essere vera e concreta”, dice il sindaco di Lampedusa e Linosa, Totò Martello. “Continua il silenzio da parte del presidente Draghi. Sono passati 15 giorni, se non di più, da quando ho chiesto d’essere convocato per discutere di quello che avviene”.
 
 
 

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