Da mesi gli esercenti dei mercatini itineranti rionali della città di Catania attendono l’approvazione di un atto deliberativo da parte del Consiglio comunale che riguarda la revisione dei diritti di segreteria relativi al rinnovo delle concessioni per l’esercizio della vendita nei mercatini rionali.
“Le recenti sedute di consiglio comunale, andate purtroppo deserte, rischiano di vanificare l’utile sforzo prodotto in queste settimane, dall’assessorato al ramo e dall’intera amministrazione comunale che riparerebbe un torto storico da noi subito nel 2019, oltre ad essere di grande ausilio per l’intera categoria” si legge in una nota-appello che raccogliamo.
Nei fatti gli operatori si trovano oggi a dover pagare quasi sei volte di più dei colleghi con posto fisso nei mercatini stanziali (es. piazza Carlo Alberto) a causa di una delibera erroneamente approvata nel 2019. Dopo aver raggiunto un accordo con l’amministrazione Pogliese hanno sbattuto sulla mancanza di presenza del consiglieri di maggioranza e opposizione (che all’aula hanno preferito il mare o le vacanze) o sulle beghe d’aula a Palazzo degli Elefanti, con piccoli espedienti dei gruppi politici che di volta in volta hanno fatto mancare la maggioranza per fibrillazioni e riequilibri interni alle forze politiche rappresentate.
Il grido d’allarme, legittimo, lanciato dalla categoria degli ambulanti accende una luce sul richiamo alle responsabilità dei rappresentanti eletti dai cittadini proprio nel Consiglio comunale. A un’occhiata veloce nei verbali di votazione richiamati dagli ambulanti interessati, rispetto ai 36 eletti solo 16 consiglieri erano presenti. Alla seconda votazione due di questi 16 hanno preferito abbandonare l’aula facendo mancare il numero legale.
In un momento così delicato per l’emergenza sanitaria, sociale, economica e occupazionale, colpisce che le categorie professionali, attraverso la stampa, siano costrette a rivolgere un accorato appello ai consiglieri comunali e alle forze politiche rappresentate nel civico consesso “affinché in questa vicenda prevalgano solo e soltanto buon senso, interesse pubblico, equità sociale, e rigorosa, oculata amministrazione”.