Un argento amaro, che fa male. L’acese Daniele Garozzo, ancora dolorante a una coscia, lo mette al collo e lo guarda appena, non ha alcuna voglia di festeggiare il secondo posto nella prova di fioretto maschile alle Olimpiadi di Tokyo 2020, tanto da sfuggire anche alle foto di rito.
Eppure, a cinque anni di distanza dall’oro di Rio 2016, aver preso parte alla seconda finale consecutiva è un’impresa riuscita a pochi. Ma questa volta Cheung, schermidore di Hong Kong, vincitore nella finalissima per 15-11 “è stato semplicemente più bravo. Per me – ha detto – la delusione è davvero tanta: questo è un boccone difficile da mandare giù”.
E così nel fioretto maschile, sovvertendo tutti i pronostici, l’oro è andato a un atleta di Hong Kong, abile nella finalissima a recuperare un primo svantaggio di 4-1 che sembrava aver messo Garozzo sui binari dell’oro. Invece, “lui ha fatto valere – ha ammesso l’azzurro – una maggior prestanza fisica, che gli ha consentito di spingere di più e di comandare sempre. Questa è la scherma del 2021”.
Con grande sportività, l’italiano ha ammesso che quel fastidio alla coscia non l’ha condizionato. “Certamente mi ha creato qualche preoccupazione di troppo, ma non ho perso la finalissima per questo”.
Come di consueto, l’Italia si era approcciata anche alla prova individuale di fioretto maschile con grandi aspettative: nonostante la delusione, Garozzo è riuscito a portare a casa una medaglia, peraltro d’argento, sfuggita invece ieri alla sua fidanzata, Alice Volpi, solo quarta. “Lei – sono state le dolci parole del siciliano – è fantastica. Anche oggi ha tifato per me dalla tribuna. Ieri è stata sfortunata, ma sono sicuro che nei prossimi anni regalerà all’Italia grandissime soddisfazioni”.
Ai Giochi giapponesi, comunque, l’Italia del fioretto ci riproverà nelle due prove a squadre. “Speriamo di andare a medaglia, sarebbe”, per Garozzo, “il miglior modo per non pensare più a quello che è successo in questa finale”. Ci sarà bisogno anche di prestazioni migliori da parte di Andrea Cassarà e Alessio Foconi, fuori già agli ottavi nell’individuale, con il secondo azzurro annientato (15-3) proprio da Cheung.
“Il mondo della scherma è cambiato – ha messo in evidenza l’argento a Tokyo 2020 – non è più quello di una quindicina di anni fa, si è globalizzato. Vincere sempre non è scontato”.
Pensiero condiviso anche dal presidente della Federscherma, Paolo Azzi. “I primi risultati di queste Olimpiadi dimostrano che nazioni prima mai protagoniste in pedana hanno portato schermidori nei primi otto o addirittura a medaglia”.
Oggi con la sciabola femminile (Rossella Gregorio e Martina Criscio sono state eliminate nei sedicesimi, Irene Vecchi negli ottavi) si sono chiuse le prove individuali di scherma, da sempre fabbrica d’oro dello sport azzurro: finora l’Italia ha conquistato due argenti, il primo era stato quello di Luigi Samele nella sciabola. “Questa prima parte di Olimpiade – ha risposto Azzi ai giornalisti italiani pochi minuti prima della premiazione del fioretto maschile – non ci soddisfa pienamente, ma prima di stilare un bilancio definitivo aspettiamo le gare a squadra”.