A oggi 2.384.966 di over 60 (13,3%) in Italia non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino e 4.648.515 (26,0%) sono in attesa di completare il ciclo con la seconda dose: sono dunque oltre 7 milioni gli ultrasessantenni parzialmente o totalmente esposti a rischio di malattia grave che non hanno adeguata copertura contro la variante Delta. A evidenziarlo è il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe.
L’86,7% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con alcune differenze regionali: se Puglia, Umbria e Lazio hanno superato il 90%, la Sicilia si ferma al 76,2%. Mentre sono 2.384.966 (13,3%), dunque, gli over 60 che non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali: dal 23,8% della Sicilia al 8,1% della Puglia.
In Sicilia nella settimana 23-29 giugno si evidenzia una performance in miglioramento sui casi attualmente positivi al Covid per 100 mila abitanti e si registra una diminuzione dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente. Sotto soglia di saturazione i posti letto in area medica e terapia intensiva occupati da pazienti covid-19. La percentuale di popolazione con ciclo completo di vaccino anticovid è pari a 29,4% a cui aggiungere un ulteriore 21,7% solo con prima dose.
La percentuale di popolazione over 60 che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari a 23,8% (media Italia 13,3%) ed è la più alta tra le regioni. La percentuale di popolazione over 80 con ciclo completo è pari a 73,8% a cui aggiungere un ulteriore 8% solo con prima dose; la percentuale di popolazione 70-79 anni con ciclo completo è pari a 57,4% a cui aggiungere un ulteriore 20,7% solo con prima dose; la percentuale di popolazione 60-69 anni con ciclo completo è pari a 42% a cui aggiungere un ulteriore 29,7% solo con prima dose.
Pur non conoscendo al momento l’esatta prevalenza della variante Delta in Italia, secondo il Gimbe, la sua maggiore contagiosità e la documentata limitata efficacia di una singola dose di vaccino richiedono una rivalutazione delle strategie vaccinali per minimizzarne l’impatto clinico e quello sui servizi sanitari. Due dovrebbero essere ora obiettivi prioritari alla luce dei quali rimodulare la campagna vaccinale: da un lato raggiungere il maggior numero possibile di over 60 che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, preferendo i vaccini a mRna, che consentono un richiamo in un arco di tempo inferiore rispetto a quelli a vettore virale; dall’altro anticipare quanto possibile la somministrazione della seconda dose in questa fascia di età.
“Rispetto alle forniture stimate nel Piano – spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – rimarrebbero da consegnare circa 20,9 milioni di dosi, il 27,4% di quelle originariamente previste: anche non considerando il vaccino di CureVac che non ha superato con successo i test clinici, in assenza di ulteriori consegne in settimana, il secondo trimestre chiuderà con oltre 13,6 milioni di dosi in meno”.
Da 15 settimane consecutive si registra una discesa dei nuovi casi Covid settimanali. Tuttavia si continua a rilevare una progressiva diminuzione dell’attività di testing, calata di oltre il 60% da inizio maggio a oggi, che “sottostima il numero dei nuovi casi e documenta l’insufficiente tracciamento dei contatti”. Secondo quanto rilevato dal nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe, nella settimana 23-29 giugno 2021, rispetto alla precedente, si rileva una diminuzione del 26,9% di nuovi casi (5.306 rispetto a 7.262) e una stabilizzazione dei decessi (220 rispetto a 221). In calo anche del 26,8% i ricoveri con sintomi (1.676 rispetto a 2.289) e e del 25,4% le terapie intensive (270 rispetto a 362).
“Prosegue, ormai più lentamente, la riduzione dei pazienti ospedalizzati – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari Gimbe – che ha portato l’occupazione dei posti letto da parte dei pazienti Covid al 3% sia in area medica che in terapia intensiva: anche questa settimana tutte le Regioni registrano valori inferiori al 10% e sono 5 le Regioni senza pazienti Covid ricoverati in area critica”.
In dettaglio, dal picco del 6 aprile i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 1.676 (-94,3%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 270 (-92,8%). Le persone in isolamento domiciliare, dal picco del 28 marzo, sono passate da 540.855 a 50.878 (-90,6%). Mentre i decessi, in calo da 10 settimane consecutive, si sono stabilizzati attestandosi nell’ultima settimana ad una media 31 al giorno rispetto ai 32 della settimana precedente.
“Tuttavia, – precisa il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta – rispetto alla settimana 5-11 maggio il numero di persone testate settimanalmente si è progressivamente ridotto del 60,3%, passando da 662.549 a 263.213”.