ROMA – Dei casi Covid segnalati in Italia “la maggior parte è stata identificata negli ultimi 14 giorni in soggetti non vaccinati”. Mentre nelle persone completamente vaccinate “si stima un forte effetto di riduzione del rischio di infezione di Sars-CoV-2 rispetto ai non vaccinati (88% per diagnosi, 95% per ospedalizzazione, 97% per ricoveri in terapia intensiva e 96% per decessi)”. Inoltre, il tasso di ospedalizzazione negli ultimi 30 giorni nei non vaccinati è circa dieci volte più alto rispetto a quello dei vaccinati con ciclo completo (28 contro 3 per 100.000 abitanti).
A fornire il quadro sono i dati del documento esteso del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità. Dal 4 aprile (la data in cui la vaccinazione è stata estesa alla popolazione generale) al 18 luglio, l’efficacia complessiva della vaccinazione, aggiustata per età, è superiore al 70% nel prevenire l’infezione in vaccinati con ciclo incompleto (70,2%) e superiore all’88% per i vaccinati con ciclo completo (88,2%). L’efficacia nel prevenire l’ospedalizzazione, sale all’81% con ciclo incompleto e al 95% con ciclo completo.
L’efficacia nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva è pari all’89% con ciclo incompleto e 97% con ciclo completo. Infine, l’efficacia nel prevenire il decesso è pari all’80% con ciclo incompleto e a 96% con ciclo completo. “Se i vaccini non fossero efficaci nel ridurre il rischio di infezione, non si osserverebbero differenze nel numero di casi tra vaccinati e non vaccinati”, rileva l’Iss sottolineando che le differenze sono ancora più evidenti quando i dati vengono stratificati per fascia di età.
Al 3 luglio, negli over 80, l’85% risulta essere vaccinato con ciclo completo. Negli ultimi 30 giorni (18 giugno-18 luglio per i casi diagnosticati, 11 giugno-11 luglio per ospedalizzazioni e ricoveri in terapia intensiva e 28 maggio-27 giugno per i decessi), il 33% delle diagnosi di Sars-CoV-2, il 46% delle ospedalizzazioni, il 71% dei ricoveri in terapia intensiva e il 69% dei decessi sono avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino.
Al 21 luglio circa il 93% degli ultraottantenni in Italia ha ricevuto almeno una dose di vaccino e più del 90% ha completato il ciclo vaccinale. Hanno raggiunto una copertura vaccinale superiore all’80% in questo gruppo di età, 19 regioni o province autonome. Sotto l’80% solo Calabria e Sicilia.
Nella fascia di età 70-79 anni, oltre l’88% ha ricevuto almeno una dose di vaccino e più dell’80% ha completato il ciclo vaccinale. Altro effetto della campagna è la diminuzione nell’ultima settimana dell’età mediana dei casi di Covid (48 anni al primo ricovero), così come dei casi all’ingresso in terapia intensiva (59 anni) e al decesso (78 anni).
Dati che “confermano l’efficacia dei vaccini e rilevano la necessità di mantenere le misure individuali raccomandate per limitare ulteriormente la circolazione del virus”, afferma il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta.
“Negli ultimi giorni – aggiunge – le prime dosi sono in leggero aumento, ma continuano a risentire sia dalla necessità di completare i cicli vaccinali, sia dal numero di consegne insufficienti per ampliare la platea dei vaccinandi”.