“Il giallo non è una maledizione, è l’effetto di un comportamento”: lo rivela, in un’intervista al Corriere della Sera, il governatore Nello Musumeci, con riferimento alla crescita esponenziale dei contagi per la diffusione della variante Delta. Crescita che Musumeci addita al “venire meno del sentimento di paura che aveva caratterizzato la prima fase della pandemia. C’è chi rispetta le regole e chi invece ritiene di poter partecipare a un matrimonio con 300 invitati senza che uno solo abbia una mascherina. In questi ultimi due mesi – precisa Musumeci – abbiamo avuto due milioni di turisti che inevitabilmente contribuiscono alla promiscuità”.
Rispetto al rischio di un nuovo colore giallo per la Sicilia, Musumeci non demorde: “Sono il primo a non volere minimizzare, in questi due anni ho seguito la linea del rigore. In ogni caso siamo pronti a qualunque scenario. Abbiamo attivato 79 cantieri per riqualificare l’edilizia sanitaria, in sette mesi abbiamo creato centinaia di nuovi posti letto in terapia intensiva e subintensiva. E non mi stancherò fino all’ultimo di lanciare un appello alla vaccinazione da un lato, ai medici di famiglia dall’altro, affinché possano persistere nell’opera di persuasione verso i loro pazienti più riottosi. Nella fase iniziale siamo state fra le prime regioni per numeri di vaccinati”. Dopodiché sono successi i cinque decessi che certa stampa ha messo in correlazione con AstraZeneca e che hanno dato fiato ai No vax, molto più attivi di chi è propenso al vaccino”.
L’ultima ordinanza di Musumeci che prevede il green pass per gli uffici pubblici ha sollevato critiche non solo dal Garante della privacy, ma anche da Lega e Fratelli d’Italia: “Ognuno ha il diritto di criticare – commenta -. Io ritengo che la politica debba stare tre passi lontani da questo tema, guai a doverlo ideologizzare. Nessuno ha la ricetta. Se il capo dello Stato dice che vaccinarsi è un dovere civico, io istituzione ho il dovere di promuoverne l’esigenza”.