Una foto iconica, ormai virale, che simboleggia la fine di una guerra durata quasi 20 anni ma in fondo anche il suo inglorioso epilogo, umiliante e offuscato dalle violenze.
L’ha postata il Comando centrale Usa e immortala l’ultimo soldato americano a partire da Kabul, l’ultimo paio di ‘boots on the ground’ statunitensi in Afghanistan.
L’immagine ritrae il generale Christopher Donahue, comandante della 82/ma divisione aviotrasportata, mentre sale la rampa posteriore di un C-17 alle 11.59, un minuto prima che arrivasse la mezzanotte del 31 agosto a Kabul facendo scattare la deadline per il ritiro americano.
Donahue è stato fotografato nella sfocata luce verde di un mirino per la visione notturna, evocando il modo in cui gli americani combattevano nell’oscurità afghana ma involontariamente anche la dimensione quasi surreale della ritirata.
In mimetica con elmetto e giubbotto antiproiettile, il comandante tiene un fucile d’assalto M4 nella mano destra e avanza con lo sguardo abbassato e quasi smarrito, “triste, solitario y final”, per usare il titolo di un romanzo di Osvaldo Soriano.
Come si conviene anche al comandante di una nave che rischia di inabissarsi, è l’ultimo a lasciare. I suoi passi mettono fine alla guerra più lunga della storia americana, mentre caccia e jet americani (non inquadrati) sorvolano l’aeroporto per proteggere il volo finale, prima che i talebani si impossessino anche dello scalo.
“Lavoro ben fatto, sono orgoglioso di voi”, è il suo messaggio finale alle truppe prima di salire a bordo, insieme all’ambasciatore americano a Kabul Ross Wilson, ultimo dei diplomatici ad abbandonare il Paese.
Quella foto testimonia un addio senza pompa, senza cerimonie. Sicuramente senza la grandezza di una vittoria rimasta sempre un miraggio in un Paese considerato ‘la tomba degli imperi’, dove gli americani hanno perso quasi 2.500 vite e sperperato oltre 2.000 miliardi, più del piano Marshall per ricostruire l’Europa dopo la Seconda guerra mondiale.
Un’immagine che rievocherà la debacle di Saigon, insieme a quella degli elicotteri che evacuano gli americani dall’ambasciata di Kabul, alle calche degli afghani in fuga o che si aggrappano agli aerei in decollo cadendo dal cielo.
A incarnare nella storia l’infausto addio Usa a Kabul resterà per sempre il 52enne Donahue, generale a due stelle laureato nella prestigiosa accademia di West Point, con un master e anche una fellowship ad Harvard.
Alle spalle tante posizioni di comando, dall’esercito alle Special Operations units come la Delta Force, e missioni in tutto il mondo, dall’Iraq al Medio Oriente, dall’Europa orientale al sudest asiatico. Una carriera brillante, ormai da ‘eroe’, ma su cui continueranno a riflettersi i sinistri bagliori verdi di quello scatto.