Potrebbe essere la volta buona per il ponte sullo Stretto di Messina. “Il gruppo di lavoro ha svolto un’analisi dei fabbisogni guardando la domanda di mobilità pre Covid. Ne è risultato che i traffici dello Stretto sono rilevanti rispetto alla scala nazionale: 11 milioni di passeggeri l’anno, 0,8 mln di veicoli pesanti l’anno e 1,8 mln veicoli leggeri l’anno”, ha detto Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili in audizione alle commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera.
“Dal punto di vista dell’attraversamento stabile dello Stretto di Messina – ha spiegato il ministro – per dar seguito all’impegno del Governo, si dovrebbe dovrebbe procedere con la redazione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica per le due opzioni evidenziate. La prima fase potrebbe concludersi entro la primavera del 2022 per avviare un dibattito pubblico e pervenire una scelta condivisa e evidenziare nella legge di bilancio 2023 le risorse”.
“Tra le motivazioni che giustificano un attraversamento stabile illustrate nella relazione del gruppo di lavoro, ci sono in primo luogo “considerazioni socio-economiche legate anche agli andamenti negativi della popolazione, occupazione e Pil per l’area che sono decisamente superiori a quelli nel Centro-Nord e nello stesso Mezzogiorno. Ci sono poi motivazioni trasportistiche: il tempo medio di attraversamento attuale dello Stretto è paragonabile al tempo di viaggio che un’auto impiega, se si considera anche il pedaggio, per percorrere dai 100 ai 300 km”.
“La Sicilia è tra le isole più popolose al mondo che non posseggono un attraversamento stabile eppure ha un elevato potenziale di collegamento. Il collegamento stabile dello Stretto di Messina, congiuntamente agli interventi programmati dal Pnrr sulle reti di trasporto, in particolare sull’Av, permetterebbe di rendere confrontabili i tempi medi di viaggio sulla rete ferroviaria da e verso il Sud con quelli oggi offerti al Centro-Nord e ridurrebbe anche i costi di attraversamento”, ha detto il ministro. Inoltre la presenza di un collegamento stabile “potrebbe modificare nel tempo le scelte localizzative e di approdo di taluni traffici, producendo anche un incremento di domanda”, ha proseguito, precisando che comunque “le analisi condotte mostrano che gran parte del traffico marittimo merci non si fermerebbe comunque in Sicilia ma proseguirebbe verso gli scali del centro Nord”.
Parallelamente all’iter per l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina, “abbiamo l’intenzione di procedere con una serie di azioni che possono aiutare i cittadini e le imprese a migliorare benessere e competitività. In particolare, ha indicato il ministro – da un lato la riqualificazione del naviglio per trasbordo ferroviario con 2 nuove navi con l’ibridizzazione di tutta la flotta con tecnologia cold ironing di ultima generazione ed infrastrutture a terra; rinnovo del materiale rotabile ferroviario con 12 nuovi treni accoppiabili in configurazione multipla e inserimento di batterie su 16 locomotori che eliminerebbero la trazione diesel e velocizzerebbero fino a un’ora già dalla prossima estate il trasbordo; riqualificazione del naviglio veloce passeggeri con l’acquisto di 3 mezzi navali di nuova generazione con la Propulsione NLG/Elettrica e rinnovo delle flotte navali private; riqualificazione delle stazioni ferroviarie RFI di Messina, Reggio Calabria e Villa S. Giovanni; potenziamento e riqualificazione degli approdi e delle stazioni marittime”.
“Tutti gli interventi che verranno attuati parallelamente al progetto di fattibilità per l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina per velocizzare l’attraversamento ferroviario e veloce dei passeggeri sono già finanziati attraverso il fondo complementare o la nostra proposta di Fsc 21/27 o attraverso risorse statali o il Pnrr: complessivamente si pianificano interventi per mezzo miliardo. Il cronoprogramma, ha precisato il ministro, parte dall’istituzione di un gruppo di lavoro permanente entro l’autunno 2021, fino al completamento del programma entro il 2025. Un programma sicuramente ambizioso ma realistico”.
“Il governo non ha nessuna intenzione di dare un calcio alla lattina come dicono gli anglosassoni o di buttare la palla avanti, questo è un approccio serio, basato su dati scientifici disponibili ma anche su valutazioni attente sia dei trasporti che della necessità di prendere una decisione informata. Quindi riteniamo che avviare uno studio di fattibilità tecnico-economico sia la soluzione più adeguata per giungere nei tempi indicati a prendere una decisione come quella che noi auspichiamo”.