CATANIA – I carabinieri di Catania hanno arrestato e condotto in carcere un quarantanovenne indagato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate.
Le indagini hanno fatto luce sulla condotta persecutoria nei confronti della moglie di 48 anni. Le violenze, cominciate già nei sei anni di fidanzamento, si sono acuite col matrimonio, costellato da numerosi episodi di maltrattamenti. Il 49enne prendeva a schiaffi la moglie per futili motivi, rivolgendosi anche nei confronti dei propri figli definendoli “bastardi”.
Negli ultimi mesi l’uomo ha ulteriormente inasprito, per violenza e frequenza, i maltrattamenti nei confronti della moglie.
Nello scorso mese di aprile, infatti, avendo intuito che la moglie stava mandando un Sms con il cellulare, le ha sequestrato il telefonino e dopo averla fatta sedere su una sedia della cucina l’ha presa ripetutamente a schiaffi puntandole, di fronte ai bambini atterriti, un coltello da 30 centimetri alla gola dicendole: “Ti ammazzo e faccio pezzi così piccoli di te da dare da mangiare ai cani! Ammazzo te e tutta la tua famiglia! Vi faccio saltare in aria nella casa di (…)! Sei una prostituta puoi andare a battere sui marciapiedi perché ti butto fuori casa!”.
Qualche mese dopo, la donna stanca del ménage familiare, mentre stava recandosi col marito a prendere i figli dai nonni, gli ha comunicato la decisione di trasferirsi in casa dei genitori scatenando la furia del marito che, dopo aver bloccato l’auto, l’ha spinta fuori lasciandola sul ciglio della strada.
La donna ha vagato per le campagne chiedendo infine aiuto a un camionista di passaggio ma il marito, che la spiava da lontano, è nuovamente intervenuto gridandole contro: “Brava (…) te ne saresti andata con il primo che capita!”.
Sembrava essere finita ma, poco dopo, lo scalmanato ha fatto nuovamente scendere la moglie dall’auto tentando di investirla più volte e, quando il conducente di un’altra macchina stava per avvicinarsi, le si è avvicinato intimandole di mettersi in ginocchio e l’ha percossa con calci e pugni.
Risalita in auto, è riuscita a riappropriarsi del telefonino con il quale ha avvertito il figlio che, a sua volta, ha dato l’allarme ai parenti che, immediatamente, si sono messi alla loro ricerca.
Il fratello della donna è riuscito a intercettare l’auto del cognato nei pressi del bivio Iannarello (tra Catania e Ramacca) dove quest’ultimo, visto anche l’intervento dei carabinieri, ha finalmente deciso di fermarsi.