Renzi c’è. La due giorni siciliana per la presentazione del nuovo libro Controcorrente si trasforma velocemente in tour politico che serve per rinfrancare i suoi e per ribadire che, nonostante i sondaggi releghino il suo partito Italia Viva a uno scarso 2%, “Italia viva sarà una sorpresa alle prossime elezioni. Sono anni che mi danno per morto ma sono sempre qui”.
L’ex presidente del Consiglio continua a ripetere come un mantra: “Continuano a dirci che abbiamo solo il 2%. E con il 2% abbiamo fermato Salvini che voleva pieni poteri poi abbiamo mandato a casa Conte e Casalino. E meno male che abbiamo solo il 2%: avessimo il 20% faremmo la rivoluzione”. Un partitino del centro che Renzi stesso colloca fuori dai confini “del bipopulismo di Lega e FdI, contro gli estremisti del Pd/5s da una parte e no Green pass dall’altra. Noi abbiamo uno spazio ampio che va oltre Iv”.
Ieri Siracusa, Giarre e Brolo, stamattina Palermo. Al suo fianco l’amico di sempre, il senatore Davide Faraone e i deputati regionali Nicola D’Agostino ed Edy Tamajo. Ad aspettarlo ovunque sale e piazze gremite fino a che le limitazioni Covid consentono. In ogni tappa qualcuno gli ricorda che Italia Viva, anche con i numeri, deve fare i transfughi e con i portatori di voti perduti, tutti attratti dalla Lega. Poche ore fa Matteo Salvini ha ufficializzato l’adesione al Carroccio del parlamentare Francesco Scoma, nelle scorse settimane altri tre parlamentari hanno abbandonato Iv per passare alla Lega: la senatrice Valeria Sudano, il parlamentare Francesco Scoma e i deputati regionali Luca Sammartino e Giovanni Cafeo.
“È una scelta che ovviamente non condivido, rimane il rispetto personale, oltre che la gratitudine per chi ci ha permesso di fare una battaglia contro corrente mandando a casa Conte e portando Draghi” ribadisce Renzi. “Chi ci ha dato una mano ha la nostra gratitudine – ha aggiunto – Poi mi chiedo come si possa andare dentro il partito della Lega da siciliani, e aggiungo il partito della Lega che in questo momento è in una fase confusionaria”.
Sul piano nazionale la scadenza politica decisiva per comprendere come si muoveranno tutti gli schieramenti è certamente l’elezione del nuovo presidente della Repubblica: “Draghi sarebbe un buon Presidente della Repubblica? Si, nessuno può negarlo, dall’altro lato dovrebbe smettere però di fare il presidente del Consiglio. E lui è un ottimo presidente del Consiglio. Chi va a discutere del patto di stabilità nel 2022? Ci vuole uno che se va lì sappia di cosa si parla: Draghi è una garanzia sia al Colle che a Chigi. Non serve tirarlo per la giacchetta, vediamo i prossimi mesi, per il presidente della Repubblica pochi mesi in politica sono ere geologiche – -spiega – però vorrei che il Presidente della Repubblica fosse eletto con la più larga maggioranza possibile. Vorrei che lo votasse anche la Meloni, l’importante è che non lo scelga lei”.
“Quella del Presidente della Repubblica è una partita sulla quale starei prudente sino all’ultimo – ha proseguito l’ex premier – E dopo l’elezione del Presidente, vedremo come si organizzeranno gli schieramenti politici”.
Poi grande attenzione al laboratorio Sicilia, la scadenza naturale delle prossime elezioni regionali incuriosisce tutta al politica nazionale. “Italia viva guarda ai siciliani. Noi richiamiamo l’attenzione sui temi di merito, come fare le infrastrutture, previste dal Patto per la Sicilia con fondi ancora non spesi. Siamo quelli che vogliono creare posti di lavoro, e non vivere di sussidi, quelli che dicono sblocchiamo il turismo: noi siamo all’opposizione del governo regionale”. E articola il ragionamento “Noi non lo sappiamo come arriveremo alle prossime elezioni e non sappiamo quale sarà il contenitore. Ma penso che la Lega così com’è non va da nessuna parte, penso che il Pd non possa rincorrere il M5s e penso che i 5Stelle siano morti politicamente. E penso anche che Forza Italia debba scegliere. Cercheremo in tutta Italia e anche in Sicilia di tenere insieme le forze non estremiste, quindi il disegno di Italia Viva è quello di stare in un’area centrale di riformisti che possa fare la differenza. Lo abbiamo fatto solo col 2% a Salvini del Papeete, mandando a casa Conte delle dirette Facebook. Penso, spero e credo che lo faremo anche qui”.
I firmacopie finali sono l’occasione per ritornare a regalare selfie ai suoi estimatori spesso insospettabili dopo la pausa forzata per il Covid.