Blitz della Polizia con una serie di perquisizioni in diverse città nei confronti di appartenenti ai movimenti No Vax che su un gruppo Telegram avevano ipotizzato di compiere azioni violente nel corso delle manifestazioni contro i provvedimenti del governo. Le indagini, coordinate dalla procura di Milano, sono condotte dalla Digos e dalla Polizia Postale.
Le perquisizioni sono scattate a Milano, Bergamo, Roma, Venezia, Padova e Reggio Emilia. Oltre alle abitazioni degli indagati, i controlli hanno riguardato pc, cellulari, tablet e account social. Gli indagati ipotizzavano su alcune chat di Telegram violenze, anche con armi, durante un imminente raduno No Vax a Roma.
Oltre all’intenzione di partecipare in massa alla manifestazione di protesta in programma nella capitale sabato prossimo, gli indagati avrebbero incitato gli altri membri del gruppo Telegram a realizzare azioni violente nelle rispettive province di residenza “contro non meglio precisati obiettivi istituzionali o approfittando della visita di esponenti dell’Esecutivo, come quella, poi annullata, prevista a Padova lo scorso 2 settembre da parte del ministro della Salute, Roberto Speranza”, riferisce, in una nota, la Questura di Milano.
I membri della frangia avrebbero inoltre avuto “l’effettiva intenzione di realizzare una riunione preparatoria in vista dell’appuntamento romano e di approvvigionarsi di armi bianche da utilizzare in quell’occasione”.
Gli imputati su Telegram si definivano “i guerrieri’. La frangia No Vax, che aveva intenzione di costruire rudimentali ordigni “fai da te” e di approvvigionarsi di coltelli, era composta da 5 donne e 3 uomini. Le 5 donne del gruppo sono state definite come “molto determinate e arrabbiate”.
Si tratta di una frangia composta da persone con un “profilo basso” senza “esponenti d’area”, ma da gente comune: disoccupati, operai, portinai, camerieri. Uno degli uomini, che aveva un porto d’armi, era conosciuto per essere vicino all’indipendentismo veneto, ma al momento non sarebbe emerso niente di più strutturato.
Nel corso delle perquisizioni sarebbero state trovate armi, come coltelli e bastoni. Gli otto indagati, che hanno una età che va dai 53 anni ai 33 anni, si stavano muovendo per creare una “rete” a livello nazionale per azioni violente e stavano pianificando una riunione operativa e preparatoria, o in un luogo fisico o rimanendo sui canali digitali, per la manifestazione ‘no Green pass’ di sabato a Roma.
“Le azioni violente che stavano programmando, anche con l’uso di armi, erano tese a mutare o condizionare la politica governativa e istituzionale in tema di campagna vaccinale”, scrivono il capo del pool antiterrorismo di Milano Alberto Nobili e il pm Piero Basilone nei decreti di perquisizione. Gli indagati portavano avanti “iniziative volte ad affermare le convinzioni dell’area cosiddetta ‘no vax'”.
Per gli inquirenti il blitz di stamani, come viene chiarito, rientra in una “importante attività preventiva contro dei disordini” che erano stati programmati. Da un lato, c’è il riscontro che questi gruppi stanno “alzando il tiro” e dall’altro si dimostra che le istituzioni e le forze dell’ordine sono presenti nel contrastarli.