a.cig.) Errori su errori. Tanti, troppi. E di ogni genere. Tecnici, tattici, arbitrali. Un mix letale per il Catania e le sue speranze di tornare alla vittoria. Il turno infrasettimanale contro la Turris consegna ai rossazzurri la seconda sconfitta interna di fila, un preoccupante terzultimo posto in classifica e una quantità industriale di frustrazioni per l’ennesima partita che sarebbe potuta finire in altro modo.
Da dove cominciare? Dalle proprie lacune, in primis, quanto meno come necessaria assunzione di responsabilità. Che l’organico del Catania abbia dei limiti non è un mistero per nessuno. Proprio per questo, complicarsi la vita da soli diventa delittuoso.
Il Catania lo fa in due modi. Baldini, che altre volte è stato un valore aggiunto, stavolta sbaglia la scelta a sorpresa di schierare un 3-4-3 con un centrale difensivo in più, Ropolo, affidando la mediana al duo Maldonado-Provenzano con Calapai e Zanchi a presidiare le fasce. La volontà di mettersi a specchio contro un avversario che si fa apprezzare per mentalità e capacità di proporsi in avanti non paga. Un po’ perché contro le folate offensive degli ospiti, pericolosi già dopo una manciata di secondi con un sinistro di Varutti fuori d’un soffio, gli etnei faticano a trovare i riferimenti giusti in fase di non possesso e un po’ perché, ancora una volta, arriva un gravissimo errore difensivo a indirizzare la contesa, messasi subito bene grazie al bel gol di Moro, bravo a intercettare in area un tiro senza pretese di Provenzano e a battere Perina di sinistro. Giocata pregevole, vanificata nel giro di 120 secondi dallo strafalcione della novità di giornata, Ropolo, che s’incarta davanti alla propria area facendosi soffiare il pallone da Giannone, freddo nel battere Sala. Come accaduto con Ercolani a Pagani e Monteagudo contro il Bari, l’errore individuale del difensore torinese è un regalo che questa squadra non può permettersi e che condiziona l’andamento della gara.
Non basta. La sfida, pure piacevole per i primi 35 minuti perché giocata a viso aperto con occasioni da una parte (Russotto) e dall’altra (Giannone), si mette in ripida salita per il rosso dopo 35 minuti a Russini. E qui entra in scena il tema arbitrale. Se a Catanzaro il comasco Di Graci aveva inventato di sana pianta il rigore per i padroni di casa, al Massimino il bresciano Nicolini si distingue in negativo per un metro di valutazione assai difforme nell’arco dei 90 minuti e per una distribuzione dei cartellini quanto meno opinabile (vedasi il primo giallo per simulazione a Russini, poi ingenuo nel rimediare la seconda ammonizione per un fallo a centrocampo assolutamente evitabile).
La cattiva prestazione dell’arbitro è un fatto, come lo sono un altro paio di aspetti. Il primo: la difficoltà del Catania ad ovviare all’inferiorità numerica. Se la Paganese era uscita indenne da oltre 40′ con l’uomo in meno riuscendo a vincere la partita pur in modo rocambolesco, altrettanto non riescono a fare i rossazzurri, che Baldini rimodula inserendo Biondi per Ropolo e tornando alla difesa a quattro. Il raddoppio poco prima dell’intervallo firmato da Leonetti su assist di Varutti, scattato sul filo del fuorigioco sul lancio di Giannone, pregiudica la ripresa, che l’allenatore di Massa, espulso per proteste a fine primo tempo, decide di giocarsi con le due punte chiedendo al nuovo entrato Sipos di sacrificarsi in ripiegamento.
Il Catania, più dinamico in mezzo grazie Biondi e al nuovo entrato Greco, riesce a costruire un’occasione con un tiro dalla distanza dello stesso Greco, ma si disunisce e viene preso d’infilata sino al gol Santaniello, imbeccato da un filtrante di Leonetti. Partita finita? No, perché c’è da tenere in considerazione un altro dato di fatto, questo di segno positivo: il cuore di un gruppo che pur in oggettiva difficoltà non molla e accorcia due volte. Prima è Moro a siglare il 2-3 su rigore (non un dettaglio, considerate le recenti percentuali di realizzazione) decretato per un tocco di braccio di Esempio su tiro di Maldonado e poi tocca a Biondi, entrato bene in partita e altra nota lieta di giornata, ribadire in gol sugli sviluppi di un angolo per il 3-4 dopo la rete di Esempio che aveva riportato a +2 gli ospiti.
La generosità, però, non basta, anche se nel recupero Perina dice di no a un destro ravvicinato di Calapai sugli sviluppi di una punizione dal limite battuta da Pinto. Sarebbe stato un incredibile 4-4 e invece è un’altra sconfitta. La quarta in sei giornate. Il Catania resta in cerca di identità e solidità. Ma il campionato non aspetta.
CATANIA-TURRIS 3-4
Catania (3-4-3): Sala 5; Ercolani 5, Monteagudo 5.5, Ropolo 4 (39′ pt Biondi 6.5); Calapai 5.5, Maldonado 5, Provenzano 5 (1′ st Greco 6.5), Zanchi 6 (21′ st Pinto 6); Russotto 6 (1′ st Sipos 6), Moro 7 (31′ st Rosaia sv), Russini 4.5. In panchina: Stancampiano, Coriolano, Pino, Claiton, Izco, Cataldi, Frisenna. Allenatore: Baldini 5
Turris (3-4-3): Perina 6; Manzi 5.5, Lorenzini 5.5, Esempio 6.5; Ghislandi 6, Bordo 6, Tascone 6 (17′ st Franco 6), Varutti 7 (17′ st Loreto 6.5); Giannone 7.5 (25′ st Di Nunzio 5.5), Santaniello 7 (31′ st Longo sv), Leonetti 7 (17′ st Sartore 6). In panchina: Abagnale, Palmucci, Iglio, Finardi, Giofrè, Zanoni, Pavone. Allenatore: Caneo 7
Arbitro: Nicolini di Brescia 5
Reti: 7′ pt e 15′ st (rig) Moro, 9′ pt Giannone, 47′ pt Leonetti, 8′ st Santaniello, 20′ st Esempio, 37′ st Biondi.
Note: spettatori 1473 (1034 abbonati, 439 paganti), incasso 4672 euro. Espulsi Russini per doppia ammonizione (35′) e il tecnico Baldini per proteste. Ammoniti Russini, Greco, Calapai, Pinto, Di Nunzio, Maldonado, Biondi. Angoli: 6-4 per il Catania. Recupero: 2′, 5′.