Dopo la pioggia spunta sempre l’arcobaleno. Mai detto fu più appropriato per cominciare il racconto del Catania Pride 2021: ieri la città si è svegliata sotto un temporale, che si è presto trasformato in un “rumoroso” fascio di luci e colori, animando il ritorno dell’evento clou del Pride 2021, il primo dal 2019 dopo lo stop dell’anno scorso dovuto all’emergenza Covid. Una circostanza, quest’ultima, che ha, comunque, limitato questa edizione, svoltasi in forma statica per tutto il lungomare pedonalizzato: abolito qualunque corteo, ma non certo la voglia e la forza con cui è stato esercitato il diritto a manifestare per fare “rumore”, parola chiave di questa edizione, in omaggio all’artista anti tabù, Raffaella Carrà.
Famiglie arcobaleno e non, insieme con i gruppi Lgbt hanno riempito il lungomare di bandiere, colori, musica e orgoglio. Non senza polemiche. Le foto della manifestazione circolate sui social hanno suscitato l’indignazione di tanti che hanno visto le immagini di tantissimi giovani assembrati e senza mascherina nonostante la Sicilia sia zona gialla e rischia di andare in arancione a causa del numero crescente di contagi. Eppure sul posto c’era anche una postazione mobile dell’ufficio commissariale per l’emergenza Covid di Catania messa a disposizione dei partecipanti e della cittadinanza con medici che hanno informato e vaccinato quanti ne hanno fatto richiesta.
Spazio agli striscioni: dall’antisessismo al razzismo al sostegno del clima. Tante le tematiche portate in piazza, con un comune denominatore: la libertà. Di esistere. Di essere. Di esistere come si è. Un messaggio sostenuto da varie testimonianze che, a turno, hanno manifestato la propria vicinanza al microfono del palchetto montato in piazza Nettuno, da cui si sono esibite anche le drag queen, omaggiando con il proprio contributo la libertà e l’emancipazione femminile.
Il Pride non è uno spettacolo, non è un evento ludico, non è una serata danzante. Il Pride è una manifestazione politica. I colori, la musica, le performance, i canti che la caratterizzano sono aspetti intimamente connessi al significato politico che possiede, ne fanno parte integrante. L’essenza del Pride è l’orgoglio di essere, di esprimersi per come si è. Pride è rivendicazione di identità, di libertà. Rivendicazione di accoglienza e solidarietà, di tutela delle libertà. Pride è contrasto all’omobitransfobia, è lotta per l’approvazione del DDL Zan. Il Pride è un coming out collettivo. Il Pride è la decostruzione di stereotipi che ingessano le libere e gioiose vite di ognuna/o di noi.
“Siamo scesi in piazza – afferma Armando Caravini, presidente Arcigay Catania – per rivendicare con orgoglio la nostra esistenza ed anche i nostri diritti e, soprattutto, la nostra dignità. A voce alta, gridiamo al Legislatore dell’insufficienza e infondatezza di una legge svuotata del proprio contenuto di tutela. Ci riferiamo al ddl Zan, ma anche alla normativa che orbita intorno al matrimonio cosiddetto egualitario fino al delicato tema dell’adozione di figli da parte di genitori omosessuali. Ecco, signori e signore: esiste la dignità. Motivo per cui non faremo mai un passo indietro: vogliamo tutti i diritti, senza lasciare spazio al Legislatore e a nessun altro di rendere la realtà inefficace a furia di scendere a compromessi. Tutto questo per raggiungere un unico, dirompente, obiettivo: non deve più esistere una società con cittadini e diritti di serie A e B”.
“Alzeremo la voce finché questi corpi, in Italia come altrove nel mondo, non godranno della tutela che meritano – dichiara il Comitato Catania Pride – Non ci stancheremo di scendere in piazza tante e altre volte, lottando e ribellandoci, chiedendo sempre a gran voce garanzie legislative, tempi di vita adeguati alle necessità delle nostre realtà, e assistenza sanitaria alla pari di tutt* coloro che la società ritiene “rispettabili”, creando, con questa stessa demarcazione, una discriminazione che ogni giorno si compie sulle nostre esistenze”. I diritti non si concedono, bensì si riconoscono.