CATANIA – “Adesso che sembra avvicinarsi l’obbligo vaccinale anti-Covid, sollecitato dagli leader del movimento sindacale italiano, sarebbe tragicomico ritrovarsi ancora una volta in carenza di fiale. Più tragico che comico, in realtà. Con maggiore decisione, allora, affermiamo oggi: l’Italia ha bisogno di vaccini, Catania può produrli. E Pfizer può produrli nel suo stabilimento di Catania, specie ora che ha ottenuto l’approvazione del proprio prodotto in via definitiva per gli Stati Uniti e che lo stesso provvedimento appare prossimo anche in Europa e nel nostro Paese”.
I segretari generali di Uil Sicilia e Uil Catania, Claudio Barone ed Enza Meli, lanciano la proposta: “Ripartiamo dalla comune disponibilità raccolta il 29 luglio, quando avevano aderito al nostro appello-denuncia il sindaco Salvo Pogliese, l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e l’ex ministro alla Sanità Giulia Grillo. Con loro vogliamo subito tornare a confrontarci, così com’era stato impegno di tutti, per affrontare a ogni livello istituzionale una questione così strettamente connessa al diritto alla vita dei lavoratori, dei pensionati, delle famiglie, dei cittadini”.
“Confermiamo intanto alla Pfizer – aggiungono i segretari di Uil Sicilia e Uil Catania – l’invito a rompere il muro di silenzio sugli investimenti per nuove linee produttive, non solo anti-Covid. Una linea di fabbricazione dei vaccini non si crea in pochi giorni, quindi s’è già perso troppo tempo. Alla Pfizer di Catania, però, non sarebbe necessario partire da zero. Esiste infatti un considerevole patrimonio umano e professionale assicurato da lavoratrici e lavoratori di quello stabilimento che chiedono solo di valorizzare a beneficio di tutta la popolazione un elevato potenziale sia a livello strutturale, sia di maestranze”.