La pandemia di Covid-19 ha imposto un costo altissimo in termini di mancata prevenzione di altre patologie, con conseguenze spesso gravissime per tanti malati. Un esempio emblematico per la sua gravità arriva dal settore oncologico: dall’inizio dell’epidemia, in tutta Europa le diagnosi mancate di tumore ammontano a 1 milione. Questo il bilancio dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), in occasione dell’avvio del Congresso 2021 dell’ESMO (European Society for Medical Oncology). L’impossibilità di fare visite e test a causa dell’emergenza ha dunque portato a conseguenze pesanti. Da qui l’urgenza, segnalata dagli oncologi, di riavviare subito gli screening per la prevenzione. A peggiorare il quadro è anche il generale trend di aumento delle neoplasie: è infatti previsto un incremento del numero di nuovi casi che potrebbe crescere del 21%, rileva l’Aiom, entro il 2040.
“La costante emergenza sanitaria del Coronavirus continuerà ad avere effetti negativi nel lungo periodo sui vari sistemi sanitari, distogliendo risorse umane ed economiche da altri ambiti medico-scientifici – afferma il presidente Aiom Giordano Beretta -. Il migliore investimento per il futuro è dunque favorire il più possibile la prevenzione. Oltre il 40% di tutti i casi di cancro è infatti evitabile seguendo regole semplici, note ma non sempre rispettate. Come Società scientifica, nei prossimi mesi avvieremo nuove campagne per migliorare la consapevolezza sul rischio oncologico tra tutti i cittadini”.
A partire da una maggiore sensibilizzazione sugli scorretti stili di vita: oltre 10 milioni di italiani fuma regolarmente; Il 16% consuma dosi eccessive di alcol e il 35% degli adulti non pratica attività fisica, mentre il 46% è in sovrappeso e il 10% obeso. I numeri in realtà, avverte il presidente eletto Aiom Saverio Cinieri, “ci dicono che una ‘pandemia oncologica’ è già nei fatti, ed i pazienti con tumore sono in aumento costante. Per fortuna però – ha sottolineato – la sopravvivenza oggi è migliorata tantissimo e in molti casi questi pazienti si cronicizzano. Come oncologi stiamo gestendo questi grandi numeri di malati , ma abbiamo bisogno di più forze e spazi”.
Per questo, rileva, “sarà importante utilizzare in modo mirato i fondi destinati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza Pnrr”. Dall’Esmo arrivano poi nuovi dati anche rispetto al long Covid nei malati oncologici: da uno studio su oltre 1.500 pazienti colpiti da Covid emerge che un malato oncologico su 6 presenta appunto sintomi da Long-Covid. Le conseguenze maggiormente riscontrate sono: sintomi respiratori (49%), affaticamento (41%) e problemi neuro-cognitivi (7%). “La condizione di Long Covid può influenzare negativamente l’andamento delle cure antitumorali – avverte Beretta – e questo studio è una nuova dimostrazione di come la pandemia continui ad avere conseguenze sugli oltre 3 milioni di italiani colpiti da cancro”.
In riferimento poi alla terza dose di vaccino anti-Covid per i malati oncologici, l’Aiom ne sottolinea l’utilità, invitando al contempo ad effettuare anche la prossima vaccinazione contro l’influenza stagionale. “Non ci sono dati di certezza sulla necessità di una terza dose, ma non c’è dubbio che sia utile perché potenzia le difese del sistema immunitario – spiega Beretta -. Nei pazienti fragili poi, nei quali la risposta alle prime somministrazioni potrebbe essere stata inferiore, è ancora più utile, soprattutto per i pazienti oncoematologici e quelli in trattamento chemioterapico”. Per questo, secondo gli oncologi, per i pazienti con tumore la terza dose deve essere somministrata il prima possibile per evitare ulteriori complicanze e rischi. Come ogni anno, inoltre, “raccomandiamo ai nostri pazienti, familiari e caregiver anche la vaccinazione antinfluenzale – conclude Cinieri -. Per il secondo anno, quest’immunizzazione diventa infatti ancora più fondamentale per poter distinguere l’infezione da virus influenzale da quella da Covid-19”.