a.cig.) Chi sbaglia paga. Il Catania continua a sbagliare e a pagare carissimo. Un prezzo salato, commisurato però alla gravità degli errori.
Il disimpegno con il quale Monteagudo regala palla e gol della vittoria al Bari al 94′ e ultimo minuto è una scelleratezza assoluta che vanifica lo sforzo compiuto per rimettere in piedi una partita complicata contro una delle big del campionato.
Big il Catania, purtroppo, non lo è. Blasone e importanza della piazza reclamerebbero un ruolo da protagonista, ma la realtà conferma le fragilità di un gruppo che deve accelerare il processo di crescita e assestamento se vuole evitare di disseminare il proprio cammino di rimpianti.
Dei problemi al centro della difesa si è detto sin da inizio stagione e una partita come quella odierna, contro una delle formazioni meglio attrezzate del torneo, le rimarca per l’ennesima volta. I lapsus – chiamiamoli così – nel cuore del reparto arretrato restano troppo frequenti. Esempi? L’affondo con cui Cheddira brucia Ercolani nel primo tempo chiamando Stancampiano alla respinta o l’avventato retropassaggio di Monteagudo verso il proprio proprio portiere subito dopo il vantaggio ospite con conseguente uscita bassa di Stancampiano per anticipare Antenucci e punizione a due in area, per fortuna senza conseguenze.
Non solo. Il Catania continua a subire gol da corner: la rete di Terranova che sblocca il punteggio è la terza della serie dopo quelle incassate a Monopoli e Catanzaro. Esitazioni esiziali per una squadra scesa in campo con una certa – realistica, se vogliamo – prudenza restando però sin troppo bassa nell’intento di disinnescare il movimento tra le linee del temuto trequartista biancorosso Botta e le rotazioni d’attacco in grado di liberare Antenucci e Cheddira.
Al Massimino va in campo un 4-3-3 identico a quello iniziale di Pagani. Il centravanti è Sipos, non al meglio ed eccessivamente incline a ripiegare, tanto da privare i compagni di un riferimento in avanti. Il baricentro del Catania resta molto arretrato: i rossazzurri contengono sì i rischi ma costruiscono poco e lasciano a riposo il portiere ospite Frattali, verso il quale l’unico tiro degno di tale nome viene scagliato da Ceccarelli, che sugli sviluppi di una punizione di Maldonado calcia oltre la traversa.
Archiviata una prima frazione nella quale il momento più intenso, per così dire, è l’accenno di rissa tra Pinto e Antenucci che frutta tre gialli in sequenza, il Bari approccia meglio la ripresa sfiorando subito la rete con una girata al volo di Terranova, deviata in angolo da Stancampiano con la mano di richiamo, e facendo centro sull’angolo seguente grazie a un colpo di testa dello stesso Terranova, abile a sorprendere la difesa di casa, portiere incluso, girando in porta dal primo palo.
La doppia sostituzione con cui Baldini rimodula i suoi correggendo l’assetto di un centrocampo sin troppo compassato e virando sul 4-2-3-1 con il nuovo entrato Piccolo, Russotto e Ceccarelli sulla trequarti a sostenere l’altro subentrante Moro porta con sé il segmento di gara e le indicazioni migliori per il Catania, che rischia su un paio di ripartenze non finalizzate a dovere da Antenucci e Botta prima di riequilibrare i conti.
A pareggiare è proprio Moro, già insidioso in precedenza con una girata aerea, con un perentorio colpo di testa su angolo di Piccolo. Ottima notizia per due ragioni: perché vale il pareggio e perché dà fiducia al giovane attaccante, interprete di un ruolo nel quale il Catania ha grande bisogno di crescere in termini di personalità e, in conseguenza, di efficacia.
Sull’onda lunga dell’entusiasmo, i rossazzurri sembrano persino in condizione di trovare il colpaccio, ma qualche contropiede non capitalizzato al meglio (in particolare un 3 contro 3 con Russotto fermato in fuorigioco su appoggio del nuovo entrato Russini) impedisce ai padroni di casa di perfezionare il ribaltone.
Sembra un pari ormai scritto. I cambi nel finale di Mignani, in grado di pescare a piacimento da una panchina profondissima, mettono invece la firma sulla doccia fredda allo scadere del recupero: è Simeri a cogliere in controtempo Stancampiano su cross dell’ex trapanese Marras. Bella giocata, ma propiziata dall’assurdo regalo di Monteagudo che sbaglia la scelta ancor prima dell’esecuzione di un illogico appoggio in piena area. Un altro regalo, un’altra partita buttata via. Cominciano a diventare troppe.
CATANIA-BARI 1-2
Catania (4-3-3): Stancampiano 6; Calapai 6, Ercolani 5.5, Monteagudo 4, Pinto 5 (35′ st Ropolo sv); Rosaia 5 (12′ st Piccolo 6), Maldonado 5.5, Provenzano 5.5 (28′ st Greco 6); Ceccarelli 5.5 (28′ st Russini 6), Sipos 5 (12′ st Moro 6.5), Russotto 5.5. In panchina: Sala, Albertini, Pino, Zanchi, Izco, Cataldi, Biondi. Allenatore: Baldini 5.5
Bari (4-3-1-2): Frattali 6; Belli 6 (38′ st Pucino sv), Di Cesare 5.5, Terranova 7, Ricci 5.5; Maita 6, Bianco sv (10′ pt Scavone 5.5), Mallamo 6; Botta 6.5 (38′ st Paponi sv); Antenucci 5.5 (23′ st Marras 6.5), Cheddira 5.5 (38′ st Simeri 7). In panchina: Polverino, Celiento, Gigliotti, Mazzotta, Di Gennaro, Lollo, Derrico. Allenatore: Mignani 6.5
Arbitro: Perenzoni di Rovereto 5.5
Reti: 8′ st Terranova, 26′ st Moro, 49′ st Simeri.
Note: spettatori 1.947 (1.034 abbonati, 913 spettatori muniti di biglietto), incasso 6.400 euro. Ammoniti Calapai, Scavone, Pinto, Monteagudo, Ricci, Botta, Russotto, Maita, Di Cesare. Angoli: 4-7. Recupero: 4′ e 5′.