CATANIA – “Già si sapeva che Stm avrebbe destinato a Catania un quarto degli investimenti previsti per Agrate Brianza. Oggi timore si aggiunge a timore perché apprendiamo da un confronto sindacati-azienda come le risorse per lo stabilimento siciliano, a differenza di quelle per la sede lombarda, sono appese ai finanziamenti pubblici che arriveranno. Se arriveranno”. Grande preoccupazione per i segretari generali di Uil e Uilm Catania, Enza Meli e Giuseppe Caramanna, intervenuti ancora una volta sul futuro prossimo di Stm nel capoluogo etneo.
“Gli investimenti produttivi nello stabilimento – dicono – sono in pericolo, quindi anche gli auspicati aumenti occupazionali. E lo sono anche a causa dei silenzi della politica rispetto all’allarme che lanciammo a novembre dello scorso anno quando, tra le sorprese e le proteste pelose di qualcuno, scrivemmo dei rischi sulla effettiva realizzazione del nuovo impianto catanese per la produzione di substrati di carburo di silicio”.
“Facciamo nostra – aggiungono Meli e Caramanna – la preoccupazione espressa dai rappresentanti sindacali Uilm in Stm Catania. Gli Rsu hanno sottoscritto in queste ore una nota in cui manifestano l’ansia per lo sbilanciamento degli investimenti aziendali a favore di Agrate, peraltro non legati a finanziamenti statali. Una brutta notizia che si somma a quella del recente, mancato rinnovo del contratto per oltre 180 precari”.
Nel documento dei rappresentanti Rsu si legge, tra l’altro: “La direzione ci ha fatto sapere che ad Agratec ci saranno 2 miliardi di dollari di investimenti per R3. In questa struttura di produzione del 12 pollici saranno impiegati circa 600 addetti entro il 2023 e altri 600 nel 2024. A Catania invece la nuova struttura di produzione del substrato di carburo di silicio è legato ai finanziamenti statali e per adesso l’unico progetto rimasto in piedi è la linea pilota e non ci è stata data certezza sulle tempistiche di realizzazione”.