CASTELVETRANO (TRAPANI) – Un incendio che sarebbe divampato per cause accidentali ha distrutto, nella tarda serata di ieri, il campo di migranti allestito all’interno dell’ex Calcestruzzi Selinunte, nel territorio di Castelvetrano, al confine con quello di Campobello di Mazara. Un uomo di origini sub-sahariane è stato trovato morto dai vigili del fuoco. Anche due auto sono rimaste bruciate, erano di proprietà di alcuni migranti, che li avevano parcheggiati all’interno dell’ex opificio.
Un gruppo di circa 50 migranti scappati stanotte stamattina ha bloccato in segno di protesta la strada provinciale 56 tra Campobello di Mazara e Selinunte. I migranti hanno sistemato pedane in legno e reti al centro della carreggiata. “Chiediamo una sistemazione dignitosa – dicono i manifestanti – devono capire che noi siamo un valore perché senza di noi non si potrebbero raccogliere le olive. Noi siamo tutti fratelli, sia quelli con permesso di soggiorno sia quelli sprovvisti”, hanno sottolineato i migranti.
È sconosciuto il numero esatto dei migranti che si trovavano all’interno del campo. Dalla struttura le persone entravano e uscivano senza nessun controllo. L’ex Calcestruzzi è da tempo abbandonata e da anni viene occupata dai migranti che raggiungono Campobello di Mazara per la raccolta delle olive. Già per la nuova campagna di raccolta lo avevano occupato con tende di fortuna e alloggi di cartone, eternit e legno. In molti sono riusciti a mettersi in salvo, uscendo in tempo prima che le fiamme avvolgessero l’intero campo e si sono riversati nelle strade, dove hanno trascorso la notte. Alcuni di loro hanno dormito nelle automobili che sono riusciti ad allontanare dal luogo dell’incendio.
Il fuoco ha distrutto alloggi di fortuna e baracche. Per spegnerlo sono dovute intervenire diverse squadre. Le fiamme hanno anche seriamente danneggiato alcuni magazzini limitrofi all’ex Calcestruzzi, che da tempo erano abbandonati.
L’ex Calcestruzzi Selinunte è di proprietà di Onofrio Cascio che dal 2010 lo ha dismesso, chiudendo i cancelli. Il proprietario ha presentato diverse denunce alle forze dell’ordine per violazione di proprietà privata ma il campo non è stato mai sgomberato. Il villaggio veniva autogestito dagli stessi migranti: c’era un bazar, la zona dove col fuoco veniva riscaldata l’acqua che serviva per le docce e la zona dove veniva macellata la carne.
“Sono davvero triste e addolorato per l’incendio che stanotte si è sviluppato al campo spontaneo di migranti sul nostro territorio, provocando la morte di un giovane sub-sahariano – ha detto stamattina il sindaco di Castelvetrano, Enzo Alfano, dopo aver appreso la notizia dalla polizia municipale -. In Prefettura, come Comune abbiamo partecipato a due tavoli tecnici ed è stata già individuata la soluzione per questi migranti stagionali. Ora l’incendio di stanotte deve far accelerare l’iter amministrativo affinché presto sul territorio possano arrivare le unità abitative da parte della Regione”.