La linea critica nei confronti dei provvedimenti del governo “pur condivisa da larga parte della base è diventata minoritaria: prevale la posizione dei ministri, con Giorgetti, e dei governatori. Io non mi trovo più a mio agio e tolgo tutti dall’imbarazzo”. A dirlo è l’europarlamentare Francesca Donato che lascia il Carroccio, in dissenso per la linea del partito sul Green pass. E alla domanda perché abbandona la Lega, Donato risponde: “Ho fatto una riflessione lunga e sofferta. Io credo nella libertà individuale e nel principio di autodeterminazione delle scelte sulla salute. Principi inderogabili che questo governo sta violando. Non posso più stare in un partito che sostiene l’esecutivo Draghi”.
Francesca Donato, la ‘pasionaria no vax’, lascia la Lega. Resa celebre dalle tante comparsate in tv e da qualche uscita molto controversa, l’europarlamentare veneta spiega così la sua scelta di abbandonare il partito di Matteo Salvini, ma non il gruppo Identità e Democrazia.
“Salvini si trova in una posizione delicata. Rappresenta un partito con diverse anime, ma c’è una prevalenza della linea dei presidenti di Regione e dei ministri, capeggiati da Giorgetti, a favore delle scelte del governo Draghi – dice – il segretario ha cercato di dar forza a quanti come me giudicano che le decisioni sul Green pass siano sproporzionate e inadeguate. Salvini ha dovuto mediare, ma a un certo punto si è fermato, non giudico il suo lavoro”.
Sta dicendo che il leader è finito in minoranza? “Beh, almeno all’interno della segreteria del partito pare che sia così”. Donato poi spiega: “Lascio la Lega, ma resto nel gruppo di Identità e democrazia, ho contatti con altre delegazioni straniere contrarie al Green Pass. Intendo restare indipendente, finché c’è l’emergenza Covid, poi vedremo. Fdi? Va riconosciuto a Giorgia Meloni di aver mostrato coraggio e lungimiranza non entrando al Governo…”.
“Ma non c’è niente da comemntare….Si tratta di una che è entrata nella Lega due anni fa, meglio così…”, commenta a Montecitorio un leghista di grande esperienza. E in effetti, ripercorrendo la storia politica di Donato, si trova solo una candidatura, sempre alle europee, nel 2014, nel suo Nord Est, finita male con sole 6000 preferenze. Quindi nel 2018 si riavvicina alla politica, guida il circolo della Lega a Palermo – dove abita dal ’99 dopo il matrimonio con un imprenditore della città – animando l’associazione “Progetto Eurexit”.
Nel maggio 2019 si ricandida con la Lega, sempre alle europee, ma nella circoscrizione insulare. Stavolta viene eletta al Parlamento europeo con 28.460 preferenze. Di recente, però, alcune sue uscite infelici hanno fatto storcere il naso a molti nel partito: quando in tv paragonò la frase di un medico “il vaccino rende liberi” al motto Arbeit macht frei, visibile all’ingresso di molti Lager nazisti, tra cui il campo di concentramento di Auschwitz, provocò un mare di proteste, tra cui quella dell’ ‘Auschwitz Memorial. E ancora, qualche giorno fa su twitter ironizzò sulla morte per Covid di un medico di 64 anni nonostante la doppia dose del vaccino. Poi, leggendo le parole della famiglia del medico, che aveva lanciato un appello alla vaccinazione, scrisse che erano dichiarazioni “credibili quanto una barzelletta”. Di fronte alle polemiche e alla risposta della figlia del medico, fu costretta a cancellare il post e scusarsi.