Consumatori e ambiente ringraziano. Apple no. Più volte sul punto di essere varata negli ultimi anni, la proposta di direttiva presentata dalla Commissione europea di un caricabatteria universale, adatto per tutti gli smartphone, tablet, fotocamere, cuffie, altoparlanti portatili e console per videogiochi, è arrivata. E come prevedibile non è andata giù a Cupertino, dove hanno fatto sapere di non gradire affatto lo standard unico delle porte di ricarica e di considerare la mossa come un potenziale ostacolo all’innovazione. Giunto in sala stampa a Bruxelles reduce da una missione di quattro giorni negli Stati Uniti, il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, ha cercato di evitare le polemiche. La proposta Ue “non è contro qualcuno, Apple o altri”, ha assicurato, sottolineando che si tratta invece di “un passo importante per aumentare la praticità e ridurre gli sprechi”.
Sta di fatto che, se il disegno della Commissione sarà approvato da Parlamento Ue e Stati membri, dal 2024 tutti i dispositivi mobili saranno dotati di un’unica porta universale USB-C per permettere la carica con lo stesso cavo indipendentemente dalla marca del prodotto. Uno standard che si scontra con la politica Apple, da sempre proprietaria di una sua tecnologia di ricarica (prima Dock e ora Lightning), che sarebbe costretta ad allinearsi agli altri. Per la società guidata da Tim Cook, una regolamentazione “severa che imponga un solo tipo di connettore” potrebbe “soffocare l’innovazione anziché incoraggiarla”.
Da qui l’intenzione di impegnarsi in negoziati con le istituzioni Ue per trovare “una soluzione”. Ma da Bruxelles hanno ribadito che l’industria ha avuto tutto il tempo necessario – circa un decennio – per trovare soluzioni e i protocolli tecnologici della porta di ricarica USB-C sono “già conosciuti”, quindi non dovrebbero creare grossi problemi a nessuno. Non solo: quello dell’innovazione – ha rincarato Breton – è un ritornello che si ripete ogni volta che l’Ue propone un cambiamento che colpisce le Big Tech. A guadagnarci sono allora consumatori e ambiente. Gli uni stanchi dei troppi cavi tra cui districarsi ogni giorno e l’altro affaticato dal doverli smaltire. Oltre alla porta comune, Bruxelles prevede l’armonizzazione dei software di ricarica rapida per garantire la stessa velocità di caricamento sui diversi dispositivi. E anche la possibilità di acquistare un nuovo prodotto senza comprare anche il cavo, così da poter utilizzarne uno vecchio. Scelta che Apple ha già introdotto da alcuni anni per i suoi clienti. Tutte misure che stando alle stime di palazzo Berlaymont porteranno ogni anno a un taglio di quasi mille tonnellate di rifiuti elettronici e a un risparmio per i consumatori di 250 milioni di euro su acquisti di caricabatterie non necessari.