CATANIA – Di vedetta, a turno, per vegliare su uno degli angoli più sporchi di Catania. Col martello in mano. “No, questo non è per minacciare gli zozzoni che lanciano la spazzatura, serve per attaccare il cartello ‘Divieto di discarica’”. Il signor Giovanni, ex meccanico, è uno degli staffettisti; tutti residenti della zona, ovviamente. Si sono messi d’accordo perché la situazione in via Pidatella era ormai surreale: cassonetti vuoti e attorno quintali di rifiuti che arrivavano al centro della strada; giusto per evitare l’occlusione del traffico, ogni settimana la mano robot della Dusty portava via tutto con gran fragore, ma già il giorno dopo per colpa degli immondezzari da trasferta la montagna ricominciava a salire.
“Io praticamente ce l’avevo in casa”, racconta un altro Giovanni più giovane che fa il contabile, mentre tiene d’occhio la via. “Poi la settimana scorsa qualche vandalo ha bruciato il cumulo, incenerendo anche i cassonetti. E visto che la ditta non li ha riportati, perché pare non ne abbiano più, abbiamo pensato di approfittarne per transennare lo spazio e posteggiare lì un paio delle nostre macchine. Qualcuno ci ha sconsigliato: ‘Guardate che ve le spaccano o ve le bruciano’. Correremo il rischio. Non è che basti, ma stiamo qua davanti a presidiare, e se uno si avvicina con i rifiuti lo cacciamo”.
Funziona così: basta il primo sacchetto e per emulazione in un baleno si arriva alla discarica colossale. “In poche ore ne avrò scoraggiati una cinquantina – precisa il primo Giovanni -. Mi vedono, rallentano e poi tirano dritto. Spesso è gente che abita nei paesi, e si stufa a fare la differenziata. Comodo buttare tutto a casa degli altri. Tanto è Picanello, pensano. Io e mia moglie ci siamo guardati e ci siamo detti: o facciamo qualcosa o ce ne andiamo”.
Forse a Catania non tutto è perduto. Si avvicina la signora Emma: “Nel mio palazzo non si potevano più aprire le finestre. Pure con 40 gradi dovevamo sprangare tutto. Non vi dico la vicina con la bambina piccola. E poi c’erano i topi. Non potevamo più vivere in queste condizioni. Alcuni hanno mandato mail al sindaco tutti i giorni: nessuna risposta. Gira la voce che da novembre partirà la raccolta porta a porta. Forse quella ci salverà, ma per ora dobbiamo cavarcela da soli”.