LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Nuovo maxi sbarco a Lampedusa e nuova corsa contro il tempo. Dopo l’approdo ieri notte di 686 migranti a bordo di un vecchio peschereccio in ferro, uno dei più consistenti numericamente degli ultimi anni, e l’arrivo di altri 5 barchini con a bordo complessivamente 117 persone, l’isola è nuovamente al collasso. La Prefettura di Agrigento, d’intesa con il ministero dell’Interno, ha dato vita a un tour de force per svuotare in tempi brevi l’hotspot, arrivato ad ospitare in poche ore 1.208 migranti a fronte di 250 posti disponibili.
La nave quarantena Aurelia è arrivata, in tarda mattinata, a Lampedusa. Subito è stato dato il via all’imbarco di 283 negativi e 16 positivi al Covid. Poco prima, altri 110 sono stati trasferiti, con il traghetto di linea a Porto Empedocle. A destare scalpore, e non soltanto fra gli isolani, è stato comunque l’approdo del peschereccio di ferro, partito da Zwara in Libia, con 686 profughi in fuga da Egitto, Ciad, Siria, Bangladesh, Sudan, Nigeria ed Etiopia. Sbarchi di queste proporzioni sembravano ormai un fatto raro; l’ultimo lo scorso 28 agosto quando approdarono in 539. Secondo la ricostruzione della Procura di Agrigento, i migranti, che avevano già subito ripetute violenze nei campi libici, erano stati stipati nell’imbarcazione anche sulla base della nazionalità riservando i posti peggiori ai non magrebini. Durante la traversata chi stava sottocoperta, in assenza di acqua e con difficoltà a respirare, veniva picchiato selvaggiamente con dei tubi di gomma e con cinture ad ogni minima protesta.
“Il maxi approdo di 686 immigrati, provenienti dalla Libia a bordo di un grosso peschereccio, induce a pensare ancora una volta all’esistenza di una organizzazione criminale transnazionale che rende assolutamente necessarie ed improcrastinabili complesse indagini internazionali” ha commentato il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio.
“Fare comprendere agli Stati del Mediterraneo e agli Stati Europei l’ estrema gravità del fenomeno e indurli ad una fattiva cooperazione giudiziaria internazionale – ha aggiunto – è di fondamentale importanza per contenere l’immigrazione irregolare e arginare le inaudite violenze e le violazioni dei più elementari diritti umani”.
“Il fenomeno migratorio continua a non essere affrontato, – chiosa il sindaco di Lampedusa Totò Martello – se ne parla solo in occasione di questi maxi sbarchi. Purtroppo i riflettori sono spenti da tempo e la crisi in Afghanistan è destinata ad aggravare la situazione. Tutti si mobilitano per i rifugiati, mentre i migranti economici sono totalmente ignorati, lasciando che a occuparsi del problema sia l’Italia”. Appena ieri, sugli scogli di Cala Pulcino, era stato recuperato il busto mutilato di una persona. Dovrebbe trattarsi, ma non ci sono certezze perché non è stato possibile neanche stabilire il colore della pelle, di uno dei dispersi del naufragio verificatosi fra Lampedusa e l’isolotto di Lampione lo scorso 30 giugno.