AGRIGENTO – “Sono innocente, non c’entro nulla”. Giuseppe Barba, 66 anni, l’ex suocero fermato con l’accusa di avere ucciso a Favara (Ag) con tre colpi di pistola l’imprenditore Salvatore Lupo, 45 anni, si rivolge al gip Francesco Provenzano e ribadisce la sua estraneità ai fatti.
Subito dopo, però, su indicazione del suo legale Salvatore Pennica, fa mettere a verbale la scelta difensiva di avvalersi della facoltà di non rispondere. Spetterà adesso al giudice, nelle prossime ore, pronunciarsi sulla richiesta di convalida del fermo e applicazione della custodia cautelare in carcere, come chiesto dal procuratore Luigi Patronaggio e dai pubblici ministeri Paola Vetro e Chiara Bisso.
Provvedimento che è stato eseguito nella notte fra mercoledì e ieri dai carabinieri della tenenza di Favara e della compagnia di Agrigento che si sono occupati, con il coordinamento del maggiore Marco La Rovere, delle indagini.
Il movente dell’omicidio, secondo gli inquirenti, sarebbe da ricondurre ai dissidi economici fra Barba e l’ex genero che aveva pessimi rapporti con l’ex moglie scanditi da denunce per stalking e aggressioni. Barba sarebbe stato tradito dalle immagini di un filmato, estratto dalle telecamere della video sorveglianza.
Nella stessa auto, secondo quanto reso noto dal procuratore Patronaggio e dai carabinieri, sono state trovate tracce di polvere da sparo che avrebbero confermato i sospetti, tanto da fare scattare il fermo. Il difensore, l’avvocato Salvatore Pennica, si è opposto alla convalida sostenendo anche la nullità di alcuni accertamenti tecnici.