ACIREALE – Sarebbe scoppiata all’interno di uno stesso nucleo familiare la rissa di ieri sera, durante una prima comunione nella chiesa di Santa Maria degli Ammalati, culminata con il ferimento con un colpo di pistola tra il collo e la testa di un vice brigadiere dei carabinieri di 43 anni, che seppure fuori servizio era intervenuto per aiutare i colleghi a sedarla.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la contesa è nata i posti a sedere in chiesa, che erano stati sorteggiati.
“La causa che ha scatenato questo fatto grave – racconta il parroco, don Claudio Catalano – ha coinvolto due genitori separati di un bambino. Tutto è nato dal sorteggio dei posti assegnati in chiesa. Il padre del bambino aveva preso un posto più vicino all’altare, mentre all’ex moglie ne era toccato uno più in fondo. Ne è nata una diatriba che è sfociata nella sparatoria fuori dalla chiesa”.
Un collocamento non gradito dalla moglie, dalla quale è separato, né dai familiari della donna, anche perché l’uomo pare fosse accompagnato dalla sua nuova compagna. Ne sarebbero nati dei contrasti culminati con un primo scontro dentro la chiesa e il padre del ragazzo sarebbe stato schiaffeggiato.
Ci sarebbe stato un primo intervento dei carabinieri e la situazione sembrava essere tornata sotto controllo. Ma quando l’uomo è uscito dalla chiesa è scoppiata una nuova lite, poi degenerata in rissa: questa volta sarebbe stato il padre del ragazzo a schiaffeggiare un ex familiare dopo essere stato insultato.
La rissa ha coinvolto una decina di persone. Il vice brigadiere, presente in chiesa per la prima comunione del figlio, è intervenuto per dare una mano ai colleghi. In quel momento il nonno paterno del ragazzo ha esploso un colpo di pistola che ha colpito il sottufficiale tra il collo e la testa.
Dopo alcuni momenti di grande tensione il 69enne ha deposto l’arma a terra e si è fatto ammanettare dai carabinieri. Il vice brigadiere è stato portato nell’ospedale di Acireale, dove è stato stabilizzato, e poi trasferito, per la gravità delle sue condizioni, al Cannizzaro di Catania.
Il carabiniere resta con la prognosi riservata, ma non è in pericolo di vita. E’ stato sottoposto a un delicato intervento neurochirurgico, ma i medici temono “eventuali esiti delle lesioni” causate dal colpo di pistola che lo ha ferito tra la testa e il collo, che potrebbero causargli danni permanenti. Il rischio peggiore è quello di una paresi per i danni alla colonna cervicale.
“Sono stazionarie le condizioni del carabiniere, il cui intervento si è concluso nelle prime ore della giornata – ha affermato il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro Salvatore Giuffrida -. Pur nella severità del quadro clinico, atteso che la lesione, che ha interessato la 6/a vertebra cervicale, ha determinato importanti reliquiari che dovranno essere valutati successivamente, iniziamo il percorso riabilitativo”.
“Il responsabile dell unita spinale, la dottoressa Onesta – ha concluso Giuffrida – ha fatto già una prima valutazione clinica circa le condizioni del paziente per quanto riguarda la possibilità del recupero funzionale”.
“Il carabiniere ferito ha agito con grande senso del dovere, con l’abnegazione dei carabinieri: era fuori servizio, ma, con senso delle Istituzioni, non ha avuto esitazioni a intervenire in aiuto dei suoi colleghi”, ha detto il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, sottolineando che adesso “è necessario fare ricorso alle migliori forze mediche, ai più bravi specialisti del settore, per curare e aiutare il vice brigadiere”.
Ferma condanna per l’accaduto arriva dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini. “A lui, ai familiari e a tutti i carabinieri, che ogni giorno rischiano la propria vita al servizio dei cittadini, la mia vicinanza e di tutta la Difesa”.
“Il vice brigadiere ha agito con spirito di servizio, con abnegazione e grande senso delle Istituzioni ed ha fatto quello che si è sentito di fare. Non si è girato dall’altra parte, ma è intervenuto in aiuto dei colleghi nonostante non fosse in servizio e per lui fosse un momento di festa: la prima comunione di suo figlio”, ha commentato il colonnello Rino Coppola, comandante provinciale dei carabinieri di Catania. “Aspettiamo per vedere quali saranno le conseguenze mediche, speriamo le migliori possibili. L’Arma – sottolinea – sta seguendo la situazione con molta attenzione ed è vicina alla moglie ai tre figli del vicebrigadiere per dare loro il supporto necessario in questa delicata situazione e sarà sempre con loro”.