VERONA – E’ prevista per domani l’autopsia sul corpo di Chiara Ugolini, la 27enne uccisa domenica sera nel suo appartamento a Calmasino di Bardolino (Verona).
Dell’omicidio è accusato Emanuele Impellizzeri, 38enne originario di Catania e vicino di casa della ragazza, che si è introdotto nell’appartamento arrampicandosi dal piano inferiore, salendo su un terrazzino.
Rinchiuso nel carcere fiorentino di Sollicciano dopo essere stato fermato in autostrada nei pressi del capoluogo toscano mentre fuggiva in moto, ai carabinieri si sarebbe limitato a dire di avere spinto la ragazza. L’autopsia permetterà di chiarire se la giovane sia stata colpita alla testa con un corpo contundente durante una colluttazione.
Quando è stato fermato, oltre ad essere sporco di sangue, Impellizzeri presentava graffi al volto, segni evidenti di una colluttazione. Chiara Ugolini quindi si sarebbe difesa, per questo tra i moventi del delitto gli investigatori non escludono l’ipotesi di un’aggressione a sfondo sessuale che il 38enne avrebbe messo in atto quando si è trovato davanti la ragazza, che ha reagito cercando di difendersi.
Il presunto assassino, che lavorava in una carrozzeria del paese e stava scontando con l’affidamento in prova ai servizi sociali una condanna per due rapine risalenti al 2006, ha ammesso che avrebbe trovato in casa la ragazza quando, nel pomeriggio di domenica, si è introdotto nell’appartamento.
Al momento del delitto Chiara era sola in casa: era tornata a casa dal lavoro alle 14 e proprio il suo mancato rientro in servizio nel pomeriggio aveva fatto scattare le preoccupazioni del fidanzato, che ha scoperto il cadavere.
Pare che qualche giorno prima Chiara si fosse intromessa in una lite violentissima scoppiata tra Impellizzeri e la sua compagna, durante la quale l’uomo avrebbe giurato di fargliela pagare.
Dopo l’arresto, però, questo particolare non è stato confermato apertamente dall’assassino. Lo sguardo vacuo, privo di qualunque espressione, l’uomo si è limitato a dire agli investigatori che il delitto era avvenuto domenica perché “sapeva che avrebbe trovato Chiara a casa”.
L’uomo, che nel suo profilo Facebook si raffigurava con l’effige del duce, ha fatto delle parziali ammissioni sull’accaduto. Ma si è chiuso in un silenzio impenetrabile circa le ragioni del gesto.
La stessa compagna dell’uomo non riesce a capacitarsi di quanto avvenuto e ai giornalisti si è limitata a dire di non considerare più l’omicida come suo marito. “Da oggi – ha ripetuto – quello non è più il mio uomo”.
Di certo vi è che l’uomo, padre di famiglia e appassionato di motori, dopo l’assassinio ha agito con fredda lucidità: ha prelevato 200 euro e si è dato alla fuga nella notte percorrendo l’autostrada.
Chiara viene descritta da tutti come una ragazza solare, amante dei viaggi, che dopo la laurea a Padova aveva scelto di lavorare in uno dei negozi di abbigliamento del padre del compagno. “Una giovane positiva e sempre sorridente” sottolineano gli amici, ricordando il suo impegno di allenatrice della squadra di volley dei bambini di Palazzolo.