Compie 20 anni l’iPod, il lettore di file mp3 che dopo il walkman degli anni Ottanta ha contribuito a rivoluzionare la fruizione musicale da passeggio. Era il 23 ottobre del 2001 quando sugli scaffali arrivò il dispositivo in grado di mettere “mille canzoni in tasca” dell’utente, come recitava lo slogan con cui Apple presentava il prodotto al pubblico. Ora le canzoni in tasca grazie agli smartphone e ai servizi di streaming sono milioni.
Otto mesi prima dell’iPod, l’azienda allora guidata da Steve Jobs aveva lanciato iTunes, il software per organizzare e riprodurre i file musicali che vendeva anche canzoni e dal 2019 ha lasciato il posto a tre distinte app (per la musica, i podcast e la Apple tv) segnando così la fine di un’era. Due operazioni inscindibili, iTunes e l’iPod, che hanno accelerato il passaggio dalla musica analogica a quella digitale. Nel corso di questi 20 anni la fruizione delle canzoni è cambiata radicalmente: l’iPod, come gli altri lettori Mp3, ha lasciato il posto all’ascolto della musica sullo smartphone e ai servizi in streaming come Apple Music, Spotify, Amazon Music e altri. E così l’iPod, tuttora in commercio nella versione touch, resta un dispositivo iconico che permette anche di giocare e di usare tante app disponibili per il fratello maggiore iPhone, ma è diventato un prodotto per nostalgici.