Dopo le impugnative del Cdm di alcune leggi regionali e dopo il “caso” Intel, un nuovo fronte inasprisce i rapporti, non idilliaci in questo momento, tra Roma e la Regione siciliana. A sollevare la polemica è la bocciatura, da parte del ministero per le Politiche agricole, di tutti i progetti che i consorzi di bonifica e gli enti idrici hanno presentato a valere sui fondi del Pnrr. Nessuno dei 31 progetti (circa 500 milioni di euro) ha passato l’esame, con la Sicilia che risulta l’unica regione esclusa dai finanziamenti. Il Mipaaf spiega che “nessuno dei 31 progetti di investimento ha intercettato tutti i criteri previsti per la selezione dei progetti irrigui sul Pnrr”.
“I criteri di ammissibilità per ottenere il finanziamento con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono 23 e riguardano tra gli altri punti il livello di esecutività dell’opera, l’entità del risparmio idrico, la superficie oggetto di intervento, le tecnologie utilizzate e i benefici ambientali prodotti. Per essere ammessi – evidenzia il ministero – i progetti dovevano soddisfare tutti i 23 criteri previsti; di conseguenza, se anche un solo criterio non è stato soddisfatto, il progetto non può essere ammesso”.
“E’ una vergogna nel Pnrr continuare a guardare a progetti del Centronord e non a quelli del Sud e della Sicilia”, sbotta il governatore Nello Musumeci. “Non è un problema di risorse, ma di progettualità. E la Regione siciliana – afferma – ha priorità davanti alle quali il governo nazionale si gira dall’altra parte. Lo dico senza difficoltà, e lo dirò di persona al presidente Mario Draghi”. Musumeci ci va giù duro “Il Pnrr è una presa in giro, se Roma continua a rifilare progetti mai concordati con la Regione e non sempre utili e prioritari”.
“Noi abbiamo presentato progetti per un miliardo di euro per iniziative per i Consorzi di bonifica, non tutti con i progetti perché i consorzi non hanno mai presentato iniziative interessanti, e abbiamo chiesto il finanziamento per 500milioni di euro per la rete idrica nei comuni dove la distribuzione dell’acqua fa ormai pena perché da 60 anni non viene recuperata – prosegue – C’è un tema prioritario in Sicilia che è quello dell’acque, ma se il ministro Patuanelli continua guardare al Centronord dimenticando che l’Italia finisce in Sicilia, allora avremo serissimi problemi nelle prossime settimane”.
In alcune note trasmesse tre mesi fa ad alcuni consorzi di bonifica, il Mipaaf aveva mosso rilievi dando tempo dieci giorni per i correttivi. Tra le contestazioni quelle di tecnici esterni ai Consorzi di bonifica che hanno effettuato i controlli sulla qualità dei progetti senza avere i requisiti, ottenuti solo in data successiva agli accertamenti già svolti; progetti che ricadono in aree diverse della Sicilia ‘validati’ lo stesso giorno dal medesimo perito; carenza di documentazione a corredo delle domande di finanziamento. Il Mipaaf sottolinea tuttavia che “in aggiunta al Pnrr, il ministero ha già concordato con le Regioni un’ulteriore processo selettivo che si concluderà nel mese di novembre 2021, grazie ai fondi nazionali messi a disposizione dalla legge di stabilità, ammontanti a 440 milioni di euro. In tale contesto – sottolinea – potranno trovare spazio ulteriori progettualità, a condizione vengano risolte le criticità che ne hanno impedito il finanziamento con il Pnrr”.
E a Musumeci replica il deputato Dedalo Pignatone, esponente M5s in commissione Agricoltura: “La bocciatura dei progetti siciliani, che chiaramente risponde a dei parametri tecnici e non certo politici, rappresenta l’ennesimo fallimento della guida Musumeci e dell’assessorato regionale all’Agricoltura. Fossi in loro, mi vergognerei e mi dimetterei. Le valutazioni sono prettamente tecniche e gli incapaci che governano la Regione Sicilia dovrebbero smetterla di buttarla in caciara con la solita tiritera infantile e sterile di dare la colpa ad altri”.